Come si gioca a Tivitti? Il gioco di carte siciliano
Tra le curiosità andiamo a scoprire che cos’è, come si gioca e le regole del Tivitti o Ti vitti, un gioco di carte tutto siciliano diffuso anche in alcune zone della Calabria che ha accompagnato l’infanzia di tutti i siciliani prima che arrivasse la tecnologia.
Un gioco abbastanza semplice, intuitivo e reattivo che coinvolge grandi e bambini. Proprio per questo motivo era molto amato dai più piccoli che si avvicinavano al mondo dei numeri e delle carte. Un passatempo della tradizione da tramandare e far scoprire alle nuove generazioni, soprattutto ai più piccoli che possono allenare e sviluppare alcune capacità invece di imbambolarsi davanti ad uno schermo.
Le regole e come si gioca a Tivitti, il gioco di carte tutto siciliano
Tra i giochi di carte siciliani da fare a Natale e non solo ci occupiamo del Tivitti o Ti vitti (Ti ho visto), un gioco da fare in famiglia in due o più persone (in caso di più di 3 persone sarebbe meglio aggiungere un altro mazzo).
Il procedimento del gioco è abbastanza semplice e l’obiettivo finale è quello di esaurire le proprie carte per primo. Per farlo si deve rimanere molto concentrati e stare attenti alle mosse dell’avversario.
Passiamo alla spiegazione di come si gioca a Tivitti: dopo aver mescolato le carte (rigorosamente siciliane) si dividono le carte in base ai giocatori che le devono mantenere coperte. Ogni giocatore quando è il proprio turno deve girare la prima carta del mazzetto (in gerco si chiama “pila”) e seguire alcune regole precise.
Se la carta girata è superiore o inferiore alla carta girata della “pila” dello sfidante (il mazzetto con le carte già scoperte) si deve passare all’avversario anche se di un altro seme. Se la carta girata, invece, è un asso (o una successiva) si devono mettere in mezzo sul tavolo dove si formeranno altri mazzetti in ordine crescente per ogni seme delle carte.
In caso di presenza di una carta che può andare sia sul mazzo dello sfidante che su uno di quelli in mezzo per ogni seme, la precedenza spetta sempre al mazzo in mezzo al tavolo.
Prima di scoprire una nuova carta però si deve verificare se si può spostare (nella fila dell’avversario o in mezzo) la prima carta scoperta presente nella nostra “pila”.
L’ultima opzione che rimane è quella di pescare una carta che non può essere posizionata né in mezzo e né nella pila dell’avversario. In questo caso la carta deve essere posizionata nella fila davanti a sè passando il turno allo sfidante e così via. Quando ci si trova senza carte coperte si deve capovolgere la fila delle carte scoperte e continuare il gioco.
Se non si seguono queste regole del gioco il nostro avversario può gridare il fatidico “Tivitti”, una penalità con il gioco che torna indietro e si devono aggiungere tre carte tra quelle scoperte al mazzo avversario (in alcune versioni questa penalità delle tre carte non viene applicata). Inoltre si riprende con il turno che passa di mano all’avversario.
Il “Tivitti” per richiamare una penalità, oltre per le regole precedenti, si può gridare anche quando durante il gioco si prova per distrazione a spostare una carta sbagliata.
L’errore però deve essere sempre segnalato dallo sfidante, infatti, se non se ne accorge il gioco prosegue regolarmente.
Il gioco siciliano del Tivitti termina quando un giocatore esaurisce le proprie carte.
Il gioco, oltre ad allenare i più piccoli con i numeri e far conoscere i semi delle carte, stimola anche l’attenzione per tutte le regole da seguire se non si vuole beccare il Tivitti dell’avversario che a sua volta deve seguire e segnalare l’errore.
Il Tivitti, almeno per le generazioni passate, era un bel gioco da fare in famiglia e/o con i nonni tra risate e voglia di stare concentrati per gridare il fatidico “Tivitti”.
Una tradizione tutta siciliana da non perdere!