I sucameli: la caratteristica pianta dai fiori gialli diffusa in Sicilia
Nell’infanzia di molti siciliani non sarà mancato l’incontro con i cosiddetti sucameli, una caratteristica pianta dai fiori gialli molto diffusa in Sicilia con uno stelo dal retrogusto acidognolo che tutti noi abbiamo “assaggiato” assaporando quel particolare succo.
Questa pianta dai fiori gialli è conosciuta con il nome di Acetosella gialla ma in Sicilia è chiamata maggiormente con il nome di sucameli anche se in giro per l’isola esistono diversi nomignoli come aira e duci, accitazzu, Iauradduci, erba acitu e trifogghiu acitusu.
I fiori e lo stelo di questa pianta sono anche commestibili e in passato nella tradizione popolare venivano utilizzati anche per scopi curativi.
Scopriamo che cosa sono i sucameli: la pianta dai fiori gialli che tutti noi abbiamo assaggiato nella nostra infanzia in Sicilia
Dal punto di vista scientifico l’acetosella gialla o i sucameli fanno parte della famiglia delle Oxalidaceae (Oxalis Pes-Caprae L). In natura sono presenti più 600 specie di sucameli con fiori di vario colore ma quella più diffusa in Sicilia è la pianta con i caratteristici fiori gialli.
Una pianta molto presente nei terreni e nei giardini, infatti, è tra le specie più infestanti. Si trova soprattutto nelle zone di mare fino alle zone collinari prediligendo i terreni fertili e ricchi di umidità. La fioritura avviene nel periodo compreso tra i mesi di gennaio e quelli di marzo, tra le prime specie a fiorire così come il Mandorlo che richiamo al mito di Acamante e Fillide.
I fiori gialli vengono illuminati dalla luce del sole regalando un bel paesaggio nelle ampie zone incolte dell’isola. I fiori dei sucameli hanno una particolare caratteristica: si chiudono al tramonto e quando è prevista pioggia e maltempo, per poi riaprirsi al ritorno del sole. Una sorta di avvertimento per i contadini negli anni passati.
La storia sull’origine dell’acetosella gialla ci conduce in Africa, precisamente in Namibia e in Sud Africa i Paesi d’origine di questa specie. La pianta venne portata in Italia ad inizio ‘800 dall’isola di Malta da un frate appassionato di botanica che però diffidava dall’adattamento all’ambiente della nostra Penisola.
Nel giro di pochi anni però la pianta si diffuse a macchia d’olio e nell’epoca moderna è diventata una delle piante infestanti da alcuni poco amate ma che hanno un fascino unico che ci rimanda alla nostra infanzia.
Tanti siciliani, infatti, nella loro infanzia si sono trovati a mordere e risucchiare lo stelo dei fiori dei sucameli. Una sensazione a primo impatto molto “strana” quella di rosicchiare una pianta che però passava subito dopo aver assaporato il succo. E dopo tutti insieme si andava alla ricerca di un altro fiore da gustare.
Sin da subito i nostri avi capirono che dai fiori e dallo stelo dei sucameli si potevano ricavare delle materie prime da utilizzare in cucina e anche per scopi curativi.
I fiori o il gambo dei sucameli possono essere inseriti all’interno di un’insalata o in una salsa per condire carni o pesci. Per il suo retrogusto acidognolo veniva utilizzato anche come sostituto del limone.
Tra le proprietà benefiche si segnalano degli effetti diuretici e depurativi per i disturbi gastrici. Nella tradizione popolare veniva adoperata anche sulle pelli arrossate e soprattutto per togliere il senso di arsura dopo una lunga passeggiata in campagna o da chi lavorava nei campi.