Carnevale in Sicilia – Alla scoperta dei dolci tipici siciliani
Nel viaggio alla scoperta delle feste e delle tradizioni in Sicilia ci occupiamo dei dolci tipici siciliani realizzati per il periodo di Carnevale. Una festa dalle antiche origini, amata da grandi e bambini che come per ogni occasione viene esaltata dalla pasticceria siciliana.
Le origini del Carnevale derivano dal periodo dei Greci e dei Romani che nelle loro epoche avevano delle feste come le greche Dionisiache e le romane Saturnali le quali rimandavano a quelle attuali. In Sicilia le prime origini di questa festa risalgono al 1600 quando a Palermo comparve per la prima volta un carro allegorico in cui era raffigurato il dio Nettuno insieme a delle sirene danzanti. Nei secoli successivi in tante città si diffusero i festeggiamenti di Carnevale e alcune maschere siciliane come quella di Peppe Nappa (origini).
Tra le tradizioni culinarie, così come per le festività di Natale e Pasqua, è possibile risalire al menu della tradizione e sapere che cosa si mangia a Carnevale in Sicilia. In questa ricorrenza però i principali protagonisti sono le creazioni della pasticceria siciliana, tante squisitezze che nel tempo sono diventate i dolci tipici siciliani per il periodo di Carnevale: dai grandi classici ad alcune prelibatezze locali che fanno gola a tutti.
Alla scoperta dei dolci tipici siciliani di Carnevale
Nel viaggio culinario alla scoperta dei dolci tipici siciliani di Carnevale iniziamo dai grandi classici della Sicilia e non solo.
Tra i primi che ci vengono in mente ci sono sicuramente le chiacchiere che rappresentano il dolce tipico italiano, molto diffuso da Nord a Sud e che in Sicilia potete trovare in versioni elaborate, come quelle immerse nella crema di pistacchio.
Da un grande classico italiano passiamo a quelli siciliani come i ravioli fritti di ricotta o quelli a forno che si rifanno alle cassatelle.
Tra i dolci tipici siciliani specifici realizzati per il periodo di Carnevale ricordiamo la pignolata, chiamata in siciliano con i nomi di pagnuccata o ‘mpagnuccata, un dolce molto diffuso a Messina e in diverse zone dell’isola anche sotto altri nomi. Si tratta di semplici palline di pasta fritta ricoperte di miele che si rifanno ai più famosi struffoli napoletani.
Nella zona del palermitano, precisamente nel borgo di Castelbuono, per il Carnevale si preparano le teste di turco, un dolce risalente all’avvento dei Normanni che secondo la tradizione venne creato proprio per festeggiare la fine della dominazione Araba. Le teste di turco sono composte da sfoglie fritte sottili alternate con una crema di latte condita con cannella e limone.
Nel catanese, invece, tra i dolci per il Carnevale vengono realizzati le crispeddi ri risu (le crespelle di riso), delle gustose frittelle di riso aromatizzate all’arancia e decorate con il miele le cui origini risalgono alle suore del Monastero dei Benedettini di Catania. Un dolce che si rifà per certe modalità di preparazione al Re dei dolci tipici siciliani di Carnevale ovvero gli sfinci o sfingi (o dipende dalla zone anche sfinge o spingi), una gustosa ricetta sorella della sfincia di San Giuseppe realizzata nel palermitano per la festa del papà.
Un nome e un composto che rimanda all’effetto spugna classico di questa preparazione che si lega a delle origini Arabe, le stesse del caratteristico sfincione palermitano.
Nella sua versione originaria gli sfinci siciliani di Carnevale (ricetta) sono molto semplici da realizzare, infatti, si tratta di palline di pasta fritta passata nello zucchero e nella cannella. Non mancano altre versioni che vedono l’aggiunta delle patate o dell’uva passa nell’impasto o l’arricchimento con una crema di latte in mezzo e soprattutto nella versione con le patate vengono preparati anche per la festa di San Martino.
Una semplice preparazione che però simboleggia un lungo viaggio nelle nostre origini e nella nostra storia fatta di tanti popoli ognuno dei quali ci ha lasciato qualcosa che ora fa parte delle nostre tradizioni.