Feste & Tradizioni siciliane

A ciaramedda siciliana e i ciaramiddari: storia, origini e significato dei protagonisti del Natale

Durante i giorni del Natale in Sicilia tra le vie, i vicoli e le piazze capita ancora di ascoltare il magico suono della ciaramedda siciliana riprodotto dai ciaramiddari, un strumento tradizionale dalla lunga storia e dalle antiche origini.

In queste righe nel dettaglio andremo a scoprire cosa significa ciaramedda in siciliano e faremo un lungo viaggio nel corso della storia dall’antica Grecia fino ai giorni nostri quando questo strumento è diventato uno dei simboli delle festività natalizie.

A ciaramedda siciliana e i ciaramiddari: storia, origini, significato e tradizioni del suono tipico del Natale in Sicilia

Tra le antiche tradizioni del Natale in Sicilia non ci si può dimenticare di uno dei suoni che accompagnano le serate durante i giorni di festa. Uno strumento dalle antiche origini molto diffuso in tutto il Sud Italia che in Sicilia prende il tipico nome della ciaramedda siciliana suonata dai cosiddetti ciaramiddari (nella foto).

La classica zampogna in italiano, una delle tipologie di cornamusa molto popolari formata da un sacco dotato di 4-5 canne che vengono inserite in un ceppo dove viene legato l’otre (la sacca di accumulo dell’aria realizzata con la caratteristica pelle di capra o di pecora).

In questo strumento aerofono ci sono solo 2 canne di canto (quella di destra per la melodia, l’altra a sinistra per l’accompagnamento) mentre le altre suonano una nota fissa (in gergo fanno da bordone). Le canne terminano con delle ance che possono essere singole o doppie che vengono innestate dall’aria immessa dal suonatore tramite il soffietto.

Ogni Regione del Sud Italia si differenzia per la tipologia di zampogna con delle piccole modifiche sulla struttura originale. Nella tradizione siciliana, infatti, è molto diffusa la zampogna a paro siciliana.

L‘origine del nome ciaramedda in siciliano molto probabilmente (almeno per assonanza uditiva) si rifà ad un altro strumento aerofano: la ciaramella. Molto simile alla zampogna anche se con una canna di canto in meno.

Il nome deriva dal diminutivo tardo latino calamellus derivante a sua volta dalla parola latina calamus e dalla parola greca kàlamos che vuol dire canna (come quelle utilizzate per suonare).

Nel corso della storia la sua presenza risale al periodo dell’antica Grecia arcaica legata al culto della divinità mitologica del dio Pan, il dio dei pastori, della campagna, delle selve e dei pascoli. Tra il mito e il racconto si narra che durante l’epoca Romana l’imperatore Nerone si dilettasse nel suonare l’utricularium, uno strumento simile alla zampogna.

Nel corso dei secoli la ciaramedda siciliana, forse anche per le origini legata alla divinità dei dio Pan, è sempre stata usata dai pastori e dai contadini per allietare alcune serate.

Negli ultimi secoli, molto probabilmente per la diffusione dei primi canti religiosi e dei canti pastorali siciliani, l’uso di questo strumento si è legato alle festività del Natale.

Durante le feste i ciaramiddari accompagnano le tradizionali novene, le ninnaredde e altri canti pastorali della tradizione che vengono eseguiti presso le chiese, i presepi e le caratteristiche edicole votive (chiamate in siciliano con i nomi di còna e fiuredde).

I ciaramiddari, anche per questioni meteorologiche, indossano la caratteristica “cappuccia”, un mantello di lana di pecora con il cappuccio e la “birritta” in testa.

Un viaggio nei nostri ricordi e nelle nostre tradizioni che resistono al passare del tempo.

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