Festino di Santa Rosalia a Palermo – Storia e dettagli sulla processione e la festa
Tra le feste più conosciute in giro per la Sicilia c’è quella del Festino di Santa Rosalia a Palermo, una celebrazione per ricordare il miracolo della Santuzza sulla fine dell’epidemia della peste che aveva colpito la città nel lontano 1625.
In queste righe vedremo in breve la vita di Rosalia, il miracolo e le varie apparizioni, il ritrovamento delle ossa e tutti i dettagli sullo spettacolo del festino di Santa Rosalia, sulla processione delle reliquie e sul rito dell’acchianata sul Monte Pellegrino.
Le testimonianze sulla vita di Santa Rosalia de’ Sinibaldi
Il cosiddetto “U fistinu” è una festa dalle antiche origini che si basa sul culto di Rosalia de’ Sinibaldi (o di Sinibaldo), una giovane nata intorno al 1130 da una famiglia nobile che decise di prendere la via dell’eremitaggio.
Sulla vita della giovane Rosalia non ci sono molte notizie documentate, solo un misto di leggende e testimonianze popolari che sono arrivate in varie versioni fino ai giorni nostri. In breve possiamo dire che Rosalia visse la sua giovinezza in un contesto nobiliare presso la corte del Palazzo Reale. La leggenda narra che divenne anche damigella d’onore di una delle mogli di Ruggero II o del figlio Guglielmo I (esistono diverse versioni).
Un giorno il conte Baldovino, dopo aver salvato la vita del Re, chiese in sposa Rosalia. La giovane era un po’ titubante fino a quando il giorno prima delle nozze le apparve nello specchio l’effige di Gesù Cristo, evento che le fece decidere di abbracciare la fede e rifiutare l’invito a nozze.
Così abbandonò la vita nobiliare e, secondo alcune testimonianze, si rifugiò nel monastero basiliano del SS. Salvatore a Palermo. Dopo le continue visite dei familiari e del pretendente decise di lasciare Palermo e prendere la via dell’eremitaggio trovando rifugio in una grotta a Santo Stefano Quisquina, nell’alto agrigentino (oggi sede di un Eremo che fa parte dell’Itinerarium Rosaliae).
Dopo un luogo periodo indefinito (quasi 12 anni) Rosalia tornò nuovamente a Palermo proseguendo il suo eremitaggio in una grotta sul Monte Pellegrino fino alla morte avvenuta intorno al 1160 (anche se gli ultimi studi spostano la data intorno al 1170).

La storia del culto e i miracoli di Santa Rosalia
La figura di Rosalia, dopo la sua morte, fu oggetto di culto a Palermo e dintorni anche se con il passare dei secoli si affievolì. Fino a quando nel 1624 a Palermo, dopo l’arrivo di un vascello con alcuni portatori del virus della peste, scoppiò una grande epidemia che per quasi un anno mise in grave difficoltà la vita dei palermitani.
Durante questo difficile periodo la tradizione cattolica racconta che nel giorno di Pentecoste la signora Girolama La Gattuta per compiere un voto decise di salire sul Monte Pellegrino. Alla donna durante la salita, dopo aver bevuto dell’acqua che sgocciolava dalle rocce, le apparve la Vergine Maria e Rosalia che le indicarono il punto preciso dove avrebbe trovato “un tesoro”.
Dopo una serie di scavi il 15 luglio del 1624 a ben 4 metri di profondità, proprio in quel luogo indicato nell’apparizione, furono ritrovate delle ossa umane.
Il Cardinale arcivescovo di Palermo Giannettino Doria affrontò la situazione con molto pragmatismo facendo analizzare i resti ritrovati da più commissioni.
Nel frattempo la tradizione cattolica narra di un’altra apparizione ad un signore, tale Vincenzo Bonelli, che, dopo aver perso la moglie vittima dell’epidemia di peste, decise di salire sul Monte Pellegrino con l’intento di buttarsi dalla cima.
Poco prima di compiere l’insano gesto gli apparve Rosalia con volto di un angelo e lo condusse verso la grotta dicendogli che anche lui sarebbe morto per colpa della peste ma che prima doveva far sapere all’Arcivescovo Doria di non avere dubbi sull’appartenenza delle ossa ritrovate e che per fermare l’epidemia dovevano portare i resti ritrovati in processione per le vie di Palermo.
Il Bonelli, poco prima di morire, raccontò tutto a dei frati che riportarono i dettagli della visione anche all’Arcivescovo. Dopo una serie di analisi e confronti le commissioni confermarono che le ossa ritrovate appartenevano ad un corpo femminile e Rosalia era l’unica donna di cui si aveva testimonianza di aver vissuto in una grotta sul Monte Pellegrino.
Nel frattempo per tentare di fermare la peste decisero di portare in processione il 9 giugno 1625 i resti di Rosalia. Durante il canto del “Te Deum Laudamus” al passaggio dei resti di Rosalia varie persone ammalate guarirono sotto gli occhi dei presenti e degli scrivani del Re che riportarono tutti i dati delle persone guarite. Dopo quella processione l’epidemia della peste, dopo più di un anno, rallentò la sua corsa fino ad arrestarsi.
Rosalia venne prima proclamata Santa da Papa Urbano VIII e successivamente fu nominata Patrona della città di Palermo prendendo il posto di Oliva, Agata, Ninfa e Cristina.
Festino di Santa Rosalia a Palermo – I dettagli sullo spettacolo e sulla processione
Papa Urbano VIII al momento della proclamazione di Santa Rosalia decise due date per venerare la figura della Santuzza: il 15 luglio (giorno del ritrovamento delle ossa) e il 4 settembre (data della morte).
Dalla prima miracolosa processione del 1625 ogni anno tra le vie del centro storico di Palermo viene svolto “u fistinu”, una particolare festa che unisce lo spirito religioso a quello popolare. Sin da dopo il 1625 con il passare degli anni la festa di Santa Rosalia si è evoluta; verso la fine del 600′, infatti, venne introdotto un carro trionfale insieme ad un corteo storico.
Nel corso dei secoli il carro del festino è stato cambiato varie volte fino ad arrivare agli anni 2000 in cui ogni anno il carro viene modificato mantenendo sempre la base a forma di nave.
Il festino di Santa Rosalia dal 1995, sotto la direzione dell’attore palermitano Pino Caruso, ha assunto i contorni di una grande evento popolare con la rappresentazione teatrale della vita e del miracolo di Santa Rosalia che si unisce alle celebrazioni religiose.
Dal 1995 ogni anno viene scelto un tema differente che però mantiene come base sempre il miracolo della peste della Santuzza. La sera del 14 luglio avviene la rappresentazione tra danze e giochi di luci poco prima della processione.
I giorni del festino di Santa Rosalia negli ultimi decenni si sono allungati dal 10 al 15 luglio con tanti incontri, eventi culturali, mostre e momenti liturgici.
Il giorno più importante della festa è la sera del 14 luglio giorno in cui, dopo la rappresentazione della vita e del miracolo di Santa Rosalia, dalla piazza del Palazzo Reale parte la processione con il vascello e la statua della Santuzza che attraversano l’antico Cassaro fino al mare, passando attraverso porta Felice, seguendo un percorso che si rifà al passaggio dalla morte (la peste) alla vita (la luce dei fuochi d’artificio nei pressi del mare al Foro Italico).
Durante la processione il vascello con Santa Rosalia si ferma dinanzi alla Cattedrale e ai Quattro Canti, luogo in cui il Sindaco di Palermo sale sul carro per deporre dei fiori e per gridare “Viva Palermo e Santa Rosalia”. Una volta arrivati nelle vicinanze del mare, nei pressi del Foro Italico iniziano i fuochi d’artificio che concludono la prima parte dei festeggiamenti.
Durante questa serata migliaia di palermitani e turisti si riversano per le strade del centro con le donne che portano una corona di rose, uno dei simboli di Santa Rosalia.
Il 15 luglio, invece, è il giorno delle celebrazioni religiose di Santa Rosalia con la processione delle Sacre Reliquie della Santuzza conservate nell’Arca argentea custodita nella Cattedrale di Palermo. L’arca venne costruita nel 1631 da vari maestri argentieri su disegno dell’architetto del Senato Mariano Smeriglio.

Dopo le 18.00 dalla Cattedrale inizia la processione con un percorso che segue l’antico Cassaro. A piazza Marina la processione si ferma ascoltando le parole del Cardinale rivolte alla città di Palermo. La processione prosegue attraversando gran parte dell’antico centro storico fino al rientro in Cattedrale intorno alla mezzanotte.
Festa di Santa Rosalia – Il rito dell'”acchianata” sul Monte Pellegrino
Il 4 settembre nel giorno della morte di Rosalia viene venerato il passaggio alla vita eterna della Santuzza con la tradizionale “acchianata” sul Monte Pellegrino.

Precisamente nella notte tra il 3 il 4 tantissimi gruppi di fedeli tra canti e preghiere percorrono l’antico sentiero di circa 4 km che conduce fino al Santuario.
Il rituale dell’“acchianata di Muntipiddirinu” viene svolta per tutto il mese di settembre, da credenti e non credenti e anche da appartenenti ad altre religioni che vivono in città e onorano la Santa Patrona.
Altro rituale che viene seguito dalle coppie di sposi è quello di recarsi al Santuario il giorno del matrimonio donando il mazzo della sposa alla Santuzza.