Agrigento – La guida su cosa vedere e i posti da visitare
In Sicilia una delle tappe da non perdere è la visita di Agrigento con la nostra guida su cosa vedere e i posti da visitare attraverso un itinerario turistico alla scoperta del centro storico di Girgenti tra le chiese, i vicoli, una passeggiata in via Atenea, la cattedrale di San Gerlando, la meraviglia della Valle dei Templi, i luoghi che hanno dato i natali a Luigi Pirandello fino ad arrivare alle spiagge lungo la costa e nei dintorni.
Agrigento, l’antica Akragas dei greci, è una città di circa 60 mila abitanti che sorge a ridosso della collina di Girgenti e si sviluppa fino alla costa con la località di San Leone. Un territorio ricco di storia e di cultura in cui ogni anno si rinnova il mito di Acamante e Fillide che ha dato origine alla festa del Mandorlo in Fiore.
- Storia e origini di Akragas, l’odierna Agrigento
- Cosa vedere ad Agrigento: luoghi e posti da visitare
- Centro storico di Girgenti: una passeggiata in via Atenea
- Cosa vedere ad Agrigento: la statua di Camilleri e la chiese del Purgatorio e di San Giuseppe
- La piazza Luigi Pirandello
- Cosa vedere ad Agrigento: la Cattedrale di San Gerlando
- Cosa visitare: la chiesa di Santa Maria dei Greci di Agrigento
- La rupe Atenea, la casa natale di Luigi Pirandello e la Valle dei Templi
- Cosa vedere: il lungomare di Agrigento e le spiagge da visitare nei dintorni
Storia e origini di Akragas, l’odierna Agrigento
La zona in cui si sviluppa la cittadina di Agrigento è stata abitata sin dall’epoca dell’Età del Rame e del Bronzo come testimoniano i vari reperti ritrovati nella stazione eneolitica di Serraferlicchio. Intorno alla fine del VII secolo a.C. si hanno le prime evidenze di presenze dei greci nel territorio agrigentino con la necropoli arcaica di Montelusa (a San Leone).
Nel 580 a.C. venne fondata la colonia greca di Akragas, una delle ultime colonie greche in Sicilia, da alcuni coloni provenienti dalla vicina Gela e guidati da Aristonoo e Pistilo. Negli anni 570-555 a.C. la città, sotto il governo del tiranno Falaride, crebbe sempre di più rafforzando l’acropoli, costruendo la cinta muraria e anche i primi edifici di culto nell’area attuale della Valle dei Templi. Anche sotto il tiranno Terone l’espansione non si fermò, soprattutto dopo la vittoria sui Cartaginesi nella battaglia di Imera del 480 a.C. che diede la spinta economica che portò alla costruzione dei monumentali Templi. Akragas in quegli anni assunse il ruolo di una delle più importanti città della Magna Grecia, seconda solo a Siracusa in Sicilia.
La storia prosegue con l’assalto da parte dei Cartaginesi nel 406 a.C. che distrussero e saccheggiarono il territorio fino a quando il corinzio Timoleonte nel 340 a.C. diede vita al nuovo centro (indicato nel quartiere ellenistico-romano). Nel 210 a.C. la città venne conquistata definitivamente dai Romani che la chiamarono con il nome di Agrigentum e tentarono di far ripartire il commercio. Nell’828 d.C., dopo la decadenza e la fine dell’Impero Romano, la città venne conquistata dagli Arabi divenendo la capitale dei Berberi (proprio dall’arabo dovrebbero derivare l’antico nome di Girgenti e di alcuni vicoli e strade ancora presenti). Nel 1087 fu la volta dei Normanni che continuarono a sfruttare la posizione geografica per le attività commerciali fino al XIV secolo quando alcune nobili famiglie come i Chiaramonte e i Montaperto presero il controllo della città fondando nuovi quartieri e anche la cinta muraria di epoca medievale. Nella storia recente da segnalare nel 1927, durante il periodo fascista, il cambio di nome da Girgenti al nome classico di Agrigento.
Cosa vedere ad Agrigento: luoghi e posti da visitare
La nostra guida su cosa vedere ad Agrigento inizia dalla centrale piazza Vittorio Emanuele dominata dal massiccio palazzo delle Poste costruito nel secolo scorso per proseguire nell’attiguo piazzale Aldo Moro in cui è visibile il palazzo della Prefettura e della Provincia (XIX secolo). Al centro di questa piazza, in mezzo ad un giardino, è stata posizionata una tomba a forno del II millennio a.C. ritrovata sulla rupe Atenea, il luogo più alto di Agrigento in cui sorgeva l’antica acropoli greca.
Scendendo dal piazzale Aldo Moro incontriamo, prima del palazzo della stazione ferroviaria (XX secolo – in stile neoclassico), il Santuario di S. Calogero originario del XIII-XIV secolo ma ricostruito intorno al XVII secolo. La facciata presenta uno stile che richiama quello romanico con due piccole monofore in pietra di Malta e un bel portale con arco a sesto acuto all’ingresso. L’interno è composto da tre navate separate da colonne corinzie; sull’abside centrale, in cui si scorgono stucchi attribuiti a qualche seguace della scuola del celebre Serpotta, è collocata la nicchia con il simulacro di San Calogero con una statua in legno risalente al XVI secolo. Nel Santuario, sia all’esterno che all’interno, sono presenti altre statue più recenti che ritraggono S. Calogero. Il Santo Nero, compatrono della città, è molto venerato e la prima domenica di luglio viene portato in processione per le strade del centro storico. Tra le altre opere da evidenziare anche una statua in marmo della Madonna col Bambino del XVI secolo che viene attribuita alla scuola del Gagini.
Continuando sul piazzale Aldo Moro si arriva nel lungo viale della Vittoria in cui ci si può affacciare da una sorta di terrazzo che mostra la vicina Valle dei Tempi e in lontananza il panorama della costa agrigentina.
Centro storico di Girgenti: una passeggiata in via Atenea
Tornando indietro ci avviamo verso via Atenea, l’asse principale del centro storico di Girgenti da cui si accede tramite la Porta di Ponte (o porta Atenea) rifatta nel XIX secolo, dopo la demolizione dell’antica porta che,insieme ad altre porte d’accesso al centro della città come Porta Panitteri, Porta dei Saccajoli e Porta di Mare, faceva parte del complesso delle mura medievali non più esistenti.
Su via Atenea incontriamo a destra il palazzo dell’ex Ospedale Civico di Agrigento, originario del XVI secolo, edificato in stile neoclassico con un portico a due colonne. Di fronte, invece, si può notare la facciata del palazzo Borsellino (XVIII secolo) con un prospetto che si distingue per due massicce colonne che sorreggono un architrave in stile dorico.
La nostra guida su cosa vedere ad Agrigento prosegue salendo a destra per via Porcello e nella successiva salita giungiamo nel pressi dell’Abbazia di S.Spirito (chiamata anche Badia Grande), costruita verso la fine del XIII secolo grazie al contributo della contessa Marchisia Prefoglio, moglie di Federico Chiaramonte.
Il complesso è composto dalla chiesa di S.Spirito e dall’annesso monastero dell’ordine cistercense. La chiesa presenta una facciata realizzata con la caratteristica pietra calcarea arenaria (molto presente ad Agrigento), in stile chiaramontano con un notevole portale gotico con arco a sesto acuto e un bel rosone in alto. Durante il periodo barocco la struttura ha subìto qualche rifacimento un po’ azzardato come si può evincere dalla cella campanaria posta in alto.
L’interno, ad un’unica navata, presenta un pieno stile barocco con dei preziosi stucchi che vengono attribuiti direttamente all’estro di Giacomo Serpotta, realizzati nei primi anni del ‘700, tra cui si notano il Trionfo dello Spirito Santo tra due Santi Benedettini (San Bernardo e San Benedetto) e insieme a vari Angeli, sopra l’Arco Santo scorgiamo gli stucchi che ritraggono l’Eterno e gli Angeli e l’Annunciazione, mentre alle pareti laterali sono presenti degli altorilievi che ritraggono la Natività, l’Epifania, la Presentazione al Tempio e la Fuga in Egitto; non mancano altre sculture che raffigurano putti in giro per le pareti della chiesa.
Nella chiesa è presente anche una statua della Madonna col Bambino, di autore ignoto ma che viene attribuita alla scuola gaginesca, mentre nel soffitto ligneo a cassettoni è visibile il dipinto che ritrae lo stemma della famiglia Chiaramonte.
Il monastero, uno tra quelli meglio conservati dell’epoca medievale in Sicilia, custodisce degli affreschi che ritraggono la Madonna col Bambino e San Bernardo eseguiti intorno al XIV-XVI secolo e alcuni portali arricchiti da bifore e da pregevoli elementi decorativi; davanti all’Aula Capitolare è visibile il portale a sesto acuto che presenta delle grandi arcate ogivali ed è affiancato da due bifore con delle colonnine finemente decorate, mentre l’altro portale in stile gotico è posizionato prima del refettorio. Il monastero al momento (sono in studio nuovi progetti) ospita il Museo Civico con vari reperti tra cui una sezione etno-antropologica di Antonino de Gubernatis della civiltà contadina.
Dopo aver visitato l’abbazia torniamo nella via Atenea e dopo pochi passi prendiamo sulla sinistra la via S.Francesco che ci conduce alla chiesa di S.Francesco d’Assisi (chiamata anche Basilica dell’Immacolata Concezione). Il prospetto attuale risale al XVIII secolo, anche se in zona in passato era presente una chiesa in onore di S.Francesco. La facciata è composta da tre ordini in stile barocco con ai lati due campanili. All’interno sono custodite molte opere recenti tra cui alcuni dipinti che ritraggono episodi di vita di Gesù attribuiti al pittore Domenico Provenzani (XVIII secolo).
Proseguendo indietro nella vicina via Pirandello incontriamo l’ex chiesa di San Pietro (oggi sconsacrata); la struttura attuale risale al XVIII secolo e mostra una facciata arricchita da un bel portale composto da quattro colonne con capitelli dorici che sostengono un frontone troncato con al centro lo stemma papale. All’interno da segnalare gli affreschi della volta con scene di vita dell’Apostolo, opera del pittore palermitano Giuseppe Cristadoro, eseguiti verso la fine del XVIII secolo.
Cosa vedere ad Agrigento: la statua di Camilleri e la chiese del Purgatorio e di San Giuseppe
L’itinerario turistico su cosa vedere ad Agrigento prosegue tornando in via Atenea in cui nei pressi della piazzetta di San Francesco è stata posta una statua in onore di Andrea Camilleri, lo scrittore padre del Commissario Montalbano che ha frequentato il Liceo Empedocle ad Agrigento. La statua, opera di Giuseppe Agnello che ha già realizzato quella di Montalbano a Porto Empedocle e Leonardo Sciascia a Racalmuto, ritrae Andrea Camilleri seduto al tavolino di un caffè con dei libri sul tavolo e una sedia libera per tutti quelli che vogliono prendere un caffè con il Maestro.
Dopo pochi passi arriviamo alla piazza del Purgatorio in cui sorge la chiesa di S.Lorenzo (detta anche del Purgatorio). La struttura attuale è del XVII secolo ma è stata costruita nel luogo in cui precedentemente esisteva una piccola chiesa. La facciata, divisa in due ordini, è in stile barocco con un apprezzabile portale composto da due colonne tortili arricchito ai lati da due gruppi allegorici che rappresentano la fede e la carità. Nell’unica navata all’interno sono custodite otto statue allegoriche di Virtù, eseguite da Giacomo Serpotta con l’aiuto del fratello Giuseppe intorno al 1704-1707. Oltre alle statue sono visibili alcune decorazioni in stucchi eseguiti sempre dal Serpotta, la Cappella del Crocifisso in stile barocco con sculture il legno dorato in cui è collocato un Crocifisso in legno del XVII secolo e gli affreschi della finta cupola eseguiti dall’agrigentino Michele Narbone nel 1767.
Nella stessa piazzetta, sulla sinistra della chiesa, sotto un leone di pietra c’è il principale accesso agli antichi ipogei che rappresentano delle antiche strutture datate intorno al V secolo a.C., utilizzate per l’approvvigionamento dell’acqua. Sulla destra invece è presente la chiesa di S.Rosalia, eretta nel XVII secolo che aveva una bella facciata in stile barocco sostituita dopo la Seconda Guerra Mondiale per motivi di sicurezza da una facciata in mattoni poco adatta per un luogo di culto.
La guida su cosa vedere e i posti da visitare ad Agrigento continua verso piazza Nicola Gallo in cui è presente il palazzo in stile neogotico della Camera di Commercio, eretto nel 1851, chiamato anche palazzo dell’orologio ed ex sede del Municipio che riporta ancora lo stemma della città composto da tre giganti (telamoni) che sostengono tre torri. Poco più avanti ci troviamo nei pressi della scalinata che ci conduce alla chiesa di S. Giuseppe con la sua facciata originaria del ‘700, divisa in due ordini. All’interno custodisce una statua lignea policroma che ritrae la Madonna col Bambino del XVIII secolo e alcune cantorie lignee intagliate e dorate.
Quasi di fronte alla chiesa sorge il Circolo Empedoclese, edificio risalente al periodo borbonico in cui si ritrovavano gli aristocratici agrigentini. Venne edificato in stile neoclassico nel 1835 su progetto del siracusano Raffaello Politi e presenta un prospetto composto da nove colonne in cui si poggia un architrave dorato. Sopra le colonne al centro è collocata una decorazione figurativa che ritrae il celebre filosofo Empedocle.
Sempre su via Atenea si trova l’ex Collegio dei Padri Filippini in cui è ospitata la Pinacoteca con la collezione donata da Giuseppe Sinatra che merita una visita viste le preziose opere esposte, come la collezione dei dipinti del palermitano Francesco Lo Jacono, uno dei pittori paesaggistici più apprezzati del XIX secolo, i quadri del XX secolo del Gianbecchina (Giovanni Becchina) originario di Sambuca di Sicilia e ancora i dipinti di Raffaele Politi, Tommaso Santella e altri autori di varie epoche.
Cosa visitare ad Agrigento: la piazza Luigi Pirandello
Il tour su cosa vedere e visitare nel centro storico di Agrigento continua verso piazza Luigi Pirandello in cui nei locali dell’ex convento dei Padri Domenicani (che a loro volta lo fondarono intorno al 1650 nei pressi dell’ex palazzo della famiglia Tomasi di Lampedusa) è ospitato il Municipio ( palazzo dei Giganti). L’ingresso è arricchito da un bel portale di ferro a tutto sesto mentre nel cortile prospetta il Teatro Civico Luigi Pirandello, risalente al XIX secolo, ricavato sempre nei locali dell’ex convento su progetto definitivo di Giovanni Battista Basile, padre di Ernesto Basile esponente del liberty siciliano.
Di fianco al Municipio, nella stessa piazza, si affaccia la chiesa di S.Domenico (XVII secolo) che presenta una possente facciata in stile barocco composta da due ordini con un campanile posto in posizione arretrata. Il portale di ingresso, preceduto da una scalinata, è composto da colonne con capitelli in stile corinzio che sostengono un frontone aperto in cui è collocato un bel medaglione ellittico che ritrae la Madonna del Rosario con una coppia di angeli. All’interno sono presenti alcuni dipinti del XVIII secolo come quello della Crocifissione con Santi Ausiliatori, attribuito all’agrigentino Pompeo Buttafuoco.
Sulla sinistra della chiesa prendiamo la via delle Orfane e saliamo verso la parte alta della città. In questa via da segnalare la presenza dell’ex Palazzo Pujades, eretto verso la fine del XV secolo che ancora oggi conserva alcuni elementi dello stile originario come il portale d’ingresso e due bifore. Continuiamo la nostra salita passando su via del Barone e sulla successiva via Oblati in cui sorge la chiesa di S.Giorgio, originaria del XIII secolo che custodisce ancora un pregevole portale in stile gotico-chiaramontano ad arco a sesto acuto con ornati a linee spezzate a zig zag. Nel lato meridionale della facciata della chiesa è possibile scorgere tre monofore, sempre a sesto acuto, arricchite da cornici di tufo bianco. Nei pressi della chiesa è presente l’Istituto Gioeni (XVIII secolo) che ha contribuito alla crescita economica e culturale della città nel periodo post medievale. Dal piazzale si può godere di una splendida vista sulla Valle dei Templi e la costa in lontananza.
Cosa vedere ad Agrigento: la Cattedrale di San Gerlando
L’itinerario turistico su cosa vedere ad Agrigento prosegue avviandoci verso la visita di uno dei monumenti più importanti del centro storico. Attraverso la Salita Seminario arriviamo in piazza Don Minzoni in cui si affaccia l’edificio del Seminario Vescovile, basato sul precedente palazzo Steri Chiaramonte realizzato nel XIV secolo ma poi modificato e ingrandito nei secoli successivi come si può notare dai balconi al centro in stile barocco. Del palazzo originario si conserva all’interno la suggestiva aula chiaramontana, mentre sono visibili tracce dell’edificio precedente nel piccolo chiostro.
Sempre in questa piazza si eleva dalla sua ampia scalinata la Cattedrale di Agrigento, eretta nel XI secolo per mano del vescovo Gerlando, Patrono della città, e poi più volte rimaneggiata e ingrandita nel corso del XIII e XIV secolo e nei secoli successivi. La facciata e gli interni hanno subìto varie modifiche nel corso dei secoli passando dallo stile iniziale normanno a quello gotico-chiaramontano, fino a subire altre modifiche nel periodo rinascimentale e barocco. A fianco alla chiesa spicca l’imponente torre campanaria a pianta quadrata risalente al 1470 che però non è mai stata completata del tutto.
La cattedrale di San Gerlando rappresenta un mix di vari stili artistici che convivono insieme. Nel lato che dà sua via Duomo sono visibili due ordini di monofore cieche in stile gotico-catalano che rappresentano gli unici elementi della struttura originaria mentre in alto è stato aggiunto un balcone dalla grande arcata ogivale con decorazioni a zig-zag in stile barocco.
La Cattedrale di Agrigento, dopo alcuni anni in cui è rimasta chiusa a causa di una frana che ha colpito la zona, è stata recentemente messa in sicurezza e riaperta al pubblico. L’interno della cattedrale è a croce latina, composta da tre navate divise tra loro da arcate ogivali. Il transetto ha una copertura a capriate dipinte nel XVI secolo che riportano delle decorazioni con figure di Santi e vescovi agrigentini, motivi floreali e stemmi gentilizi, mentre le finestre sono state riportare alla forma originaria in stile gotico. La parte più avanzata della navata centrale si contraddistingue per l’esistenza di un soffitto ligneo a cassettoni risalente al XVII secolo in cui si nota una grande aquila, lo stemma di Carlo V d’Asburgo, mentre nell’ultima parte è presente una finta cupola realizzata con la tecnica del trompe-l’œil con gli affreschi de Le Virtù cardinali nei pennacchi realizzati da Michele Blasco nel XVII secolo.
Sulla navata destra trovate la Cappella del SS. Crocifisso (coretto) con un altare in marmi mischi del XVII secolo, un coro ligneo del XVIII secolo e dei dipinti di Nunzio Magro del XVII secolo in cui sono rappresentati l’Incredulità di San Tommaso, I Discepoli di Emmaus, Il Rinnegamento di Pietro, Giuditta e Oloferne. Si prosegue con la campata in cui è presente una lunetta ogivale medievale con affreschi, l’urna di San Felice Martire e una Pietà in terracotta del XVI secolo. Poco più avanti si passa all’altare di San Gerlando con la statua del XVII secolo attribuita al trapanese Rocco Jacopelli. Nella navata sinistra, invece, si riconoscono una serie di monumenti sepolcrali appartenenti ad arcivescovi e notabili agrigentini.
Passiamo al transetto in cui nell’ala destra è collocata la Cappella Chiaramontana del XIV secolo arricchita all’ingresso da un portale in stile gotico finemente sagomato. All’interno è custodita l’urna con le reliquie di S.Gerlando, opera in argento eseguita dal palermitano Michele Ricca firmata e datata 1639 (come riporta l’iscrizione alla base). Da questa parte del transetto si accede alla sacrestia e alla Cappella di San Bartolomeo di origine medievale con gli affreschi che sono esposti al museo Diocesano. Nella parte opposta del transetto, invece, troviamo la Cappella De Marinis con il sepolcro del barone vissuto intorno al XV secolo e l’arco con le statue della Madonna col Bambino, San Girolamo e San Gerlando, opera realizzata dagli scultori Andrea Mancino e Giovanni Gagini nel 1493.
La descrizione dei monumenti da vedere all’interno della Cattedrale prosegue nell’abside dove al centro troviamo delle ricche decorazioni barocche in stucco in cui si riconoscono putti, ghirlande, motivi floreali, puttini risalenti al XVIII secolo (autore ignoto). Nella volta centrale è visibile l’affresco dell’Apoteosi di Maria assunta in cielo con i dodici apostoli, mentre ai lati sono presenti i dipinti di San Giacomo, San Gerlando e dei Vescovi agrigentini realizzati da Vincenzo Bongiovanni nel XVII secolo. Nel catino absidale, invece, è raffigurato il Paradiso opera del XVII di Michele Blasco. Nell’abside centrale è presente anche un organo a canne e un coro ligneo dell’intagliatore Onofrio Vicari del XVII secolo. Nelle due absidi laterali da segnalare in quella destra una statua in marmo che raffigura la Madonna col Bambino, opera del XVI secolo attribuita allo scultore palermitano Stefano di Martino. A fine 2020, dopo oltre 50 anni, lo storico sarcofago di Ippolito e Fedra è tornato al suo posto d’origine, ossia all’interno della Cattedrale. Un ulteriore motivo per non perdere la visita di uno dei reperti più importanti visibili ad Agrigento risalente al periodo romano anche se di ispirazione greca.
Concludiamo con un particolare fenomeno acustico denominato del “portavoce” che avviene quando una persona si trova nella curva dell’abside maggiore in pratica riesce ad udire qualunque suono proveniente dall’ingresso, anche una conversazione a bassa voce nonostante la distanza di quasi 85 metri (non funziona al contrario).
Dopo la visita della Cattedrale ci addentriamo verso via Duomo in cui a pochi passi dalla Cattedrale incontriamo il Palazzo Vescovile, originario del XVII secolo ma ristrutturato nel secolo successivo per volere del vescovo Andrea Lucchesi Palli che rimodernò l’intera arteria. La facciata si presenta in uno stile sobrio con due colonne che adornano il portale di ingresso e mantengono un balcone su cui in alto è posizionato lo stemma del vescovo Andrea Lucchesi Palli. All’interno sono presenti alcuni dipinti tra cui menzioniamo la pala dei Santi Vescovi Agrigentini, realizzata da Francesco Sozzi nel 1777 e alcuni ritratti di vescovi agrigentini attribuiti al palermitano Giuseppe Crestadoro. Nell’edificio di fianco, precisamente nei locali del palazzo Arcivescovile, sono state allestite le sale del Museo Diocesano di Agrigento che espone vari reperti tra affreschi, quadri, oggetti sacri, sarcofagi.
Nei pressi incontriamo i locali della Biblioteca Lucchesiana, voluta sempre dal vescovo Andrea Lucchesi Palli nel 1765, che dispone di oltre 60 mila volumi storici tra manoscritti, codici miniati e incunaboli. Nella zona è visibile anche la chiesa di S.Alfonso (XIX secolo) che all’interno custodisce una serie di tele che fanno parte di un ciclo pittorico eseguito dal palermitano Giovanni Patricolo nella prima metà del XIX secolo.
Cosa visitare: la chiesa di Santa Maria dei Greci di Agrigento
Il nostro tour su cosa vedere e i posti da visitare ad Agrigento prosegue da via Duomo, prendendo a destra la via S.Alfonso e la successiva via S.Maria dei Greci in cui troviamo in un piccolo giardino un gioiello del patrimonio artistico e culturale: la chiesa di Santa Maria dei Greci, di origine medievale, fondata sui resti di un tempio dorico del V secolo a.C., composto da 13 colonne sui lati lunghi che, secondo alcuni esperti, dovrebbe essere quello di Atena eretto da Terone. Il tempio è visibile sia esternamente dove sono presenti i resti dei basamenti delle colonne, sia internamente dal pavimento vetrato e dalle forme di alcune colonne nelle navate.
La chiesa viene chiamata “dei greci” perché nell’epoca bizantina fu una cattedrale greco-ortodossa. Si accede alla chiesa, che ha vissuto il passaggio tra le varie epoche e religioni, attraverso un pregiato portale gotico-chiaramontano. All’interno ammiriamo un soffitto a travature dipinte del XIV secolo, una statua lignea della Madonna col Bambino del XVI secolo, un sarcofago in marmo del XVI secolo con le spoglie di Bartolomeo Caputo e Isabella Termini (nobili palermitani) e tracce di alcuni affreschi databili intorno al XIV secolo che raffigurano scene di vita di Maria. Gli unici due che si riconoscono sono quelli che ritraggono la Visione di San Gioacchino sul monte (con un angelo che gli comunica la maternità di Sant’Anna) e la Presentazione di Maria al Tempio.
Se nella vostra visita ad Agrigento avete ancora tempo, prima di fare un tuffo nel passato passeggiando per le strade e tra i templi della Valle, segnaliamo altri luoghi di culto da visitare proseguendo su via Duomo:
- l’ex chiesa dell’Itria (alla fine di via Duomo), originaria del XVI secolo. Anche se con il passare dei secoli ha subìto gravi danneggiamenti e ancora oggi viene minacciata da possibili crolli, conserva integro un elegante portale d’ingresso rinascimentale;
- la chiesa di S. Girolamo (XV secolo), nell’omonima via, caratterizzata dalla presenza di un imponente portale;
- l’ex monastero della Badiola e l’annessa chiesa di S. Maria del Soccorso (XVI secolo), poco più avanti sempre in via S. Girolamo, che custodisce un bel portale rinascimentale con timpano triangolare spezzato al cui interno si trova una nicchia in cui è collocata la statua in marmo della Madonna del Soccorso.
I luoghi da visitare ad Agrigento: la rupe Atenea, la casa natale di Luigi Pirandello e la Valle dei Templi
Il nostro giro su cosa vedere e tra i luoghi da visitare ad Agrigento continua segnalando la cosiddetta Rupe Atenea, il punto più alto della città che, secondo quanto emerso dagli scavi archeologici effettuati nella zona, sarebbe la zona in cui sorgeva l’acropoli dell’antica Akragas. Nella Rupe Atenea sono visibili una torre di avvistamento del V secolo a.C., i resti di una cortina muraria, mentre non sono visibili (perché coperti) i resti di alcune abitazioni risalenti al III secolo a.C., periodo dell’epoca di Finzia. Da questa altezza immancabilmente bisogna affacciarsi per godersi la vista del mare, della Valle dei Templi e di tutta Agrigento.
Sulla collina di Girgenti, sopra il centro storico, era presente il Castello di Agrigento (Castrum Agrigenti) eretto intorno al XI secolo dai Normanni. La struttura con il passare dei secoli è andata in rovina e attualmente rimangono visibili solo i pochi resti di alcune mura e parte della facciata d’ingresso.
La città di Agrigento è conosciuta da tutti per la presenza di altri due luoghi che ancora non abbiamo citato nella nostra guida su cosa vedere. Iniziamo da quello più recente che rappresenta le origini di uno degli scrittori italiani più importanti: la Casa Natale di Luigi Pirandello presente in contrada Caos, lungo la strada per Porto Empedocle. Nel sito è possibile visitare lo studio e un piccolo museo mentre all’esterno in un masso roccioso proveniente dalla Rupe Atenea è custodita l’urna con le ceneri di Luigi Pirandello.
Tra i luoghi da visitare ad Agrigento non potete perdere una passeggiata nella storia all’interno del Parco Archeologico della Valle dei Templi (storia, orari e info per visitarla).
Un’area ricca di storia con i fantastici templi che spiccano su tutto e che ci fanno capire l’imponenza del luogo inserito nella lista dei patrimoni dell’Unesco.
Il lungomare di Agrigento e le spiagge da visitare nei dintorni
Tra i posti da visitare ad Agrigento e dintorni c’è anche il mare e le spiagge a partire dalla località balneare di San Leone con il lungomare “Falcone e Borsellino” che si estende per chilometri di spiagge libere e attrezzate per grandi e bambini. La costa di Agrigento prosegue verso sud con le spiagge di Fiume Naro, Cannitello, Zingarello e quella di Punta Bianca che si distingue per lo sperone roccioso bianco che la rende simile alla più famosa Scala dei Turchi. La zona di Punta Bianca è un po’ difficile da raggiungere ma è un luogo che merita una visita, poiché permette di immergersi nella natura e ricercare il relax desiderato tra le calette dalla sabbia finissima e dall’acqua cristallina.
Da Agrigento verso nord, invece, incontriamo la spiaggia di Maddalusa, di contrada Caos (Kaos) che prosegue con il Lido Azzurro e Marinella della vicina Porto Empedocle, fino ad arrivare a Realmonte con la spiaggia di Capo Rossello e alla rinomata Scala dei Turchi, un luogo affascinante immerso nella natura.