Lingua siciliana

A quartara siciliana: il significato e i vari usi nella storia

Tra le curiosità della lingua siciliana andiamo a scoprire il significato e i vari usi nel corso della storia della quartara siciliana, uno strumento della tradizione contadina dalle origini antichissime conosciuto anche con il nome di u bummulu (bummolo) e la lancedda.

Un oggetto che ha attraversato le pagine della lunga storia della Sicilia destreggiandosi tra vari ambiti fino a diventare uno degli oggetti più riprodotti dagli artisti della ceramica siciliana. Nell’epoca recente, infatti, si è trasformato in un oggetto d’arredo dai vari colori che si trovano sempre più spesso nelle case ma certi usi antichi resistono al passare del tempo.

Scopriamo che cos’è, il significato e i vari usi della quartara siciliana

Tante parole della lingua siciliana si intrecciano con gli usi e i costumi della tradizione popolare e la storia della nostra terra. Come ad esempio a quartara siciliana: un oggetto dai diversi significati e dagli utilizzi vari che resiste allo scorrere del tempo.

Il significato originario della quartara siciliana è quello di rappresentare un’antica brocca di terracotta con due manici, presente sin dall’epoca greca, che veniva utilizzata come recipiente per il trasporto e la conservazione dell’acqua e del vino.

A quartara siciliana è conosciuta anche con il nome di u bummulo (bommolo) e la lancedda. Tutti nomi usati per chiamare lo stesso oggetto anche se di dimensioni diverse.

U bummulo (bommolo) è quello più piccolo che veniva utilizzato con la funzione moderna “da viaggio” o più precisamente “da trasporto” quando magari si pranzava in campagna. La lancedda, un nome un po’ più raro rispetto agli altri due, è di dimensioni medie e nella seconda parte del Novecento veniva prodotta anche in latta, mentre a quartara è quella più grande. In questa descrizione rientra anche la giara, sempre in terracotta, anche se di solito aveva dimensioni ancora più grandi.

A quartara è anche una delle unità di misura agrarie siciliane utilizzate fino alla nascita del Regno d’Italia che però nonostante siano state abolite sono rimaste nell’uso comune della popolazione. Ancora in molti, infatti, utilizzano le misura del tummino per le misure delle superfici agrarie o il cafiso per l’olio con le differenze di quantità da zona a zona della Sicilia.

Per stabilire la quantità dei liquidi (soprattutto vino) si utilizzava la misura di una quartara che corrisponde nella dimensione standard a 17,193 litri e a circa 55 cm di altezza. La lancedda conteneva circa la metà, mentre u bummulo conteneva pochi litri.

La quartara, così come gli altri due, hanno la funzione di mantenere i liquidi freschi, per questo motivo venivano utilizzati anche per il trasporto e il consumo d’acqua.

Questo perché sono costruiti con un materiale permeabile che consente di far traspirare una certa quantità di liquido che a contatto con l’aria calda evapora. Questo processo consente di far abbassare la temperatura e di far mantenere il liquido fresco.

In alcuni casi, soprattutto per il bummolo, veniva praticato un foro per bere direttamente che poi veniva chiuso con un legnetto che faceva da tappo.

Un altro uso che si faceva della quartara era quello di essere utilizzato come uno strumento musicale con la riproduzione di un suono cupo particolare. Un utilizzo ripreso recentemente dai vari gruppi folcloristici e di musica popolare nelle varie esibizioni.

Negli anni recenti a quartara continua ad essere presente nelle case soprattutto come componente d’arredo per le riproduzioni artigianali dei maestri della ceramica siciliana sempre più curate e decorate con alcuni riferimenti simbolici della nostra terra.

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