Lingua siciliana

Il doppio significato della parola capuliato in siciliano

In tema di cibo e di prelibatezze della cucina siciliana andiamo a scoprire il doppio significato (a seconda delle zone) della parola capuliato (u capuliàtu) in siciliano.

Una parola con cui si indicano due prodotti alimentari diversi tra loro che però sono uniti almeno in parte dal tipo di lavorazione e dall’origine dell’etimologia del termine.

Scopriamo il doppio opposto significato della parola capuliato (u capuliàtu) in siciliano

La lingua siciliana regala sempre tante storie e curiosità tutte da scoprire come quella intorno al doppio significato della parola capuliato in siciliano. Ebbene si, dipende in quale parte della Sicilia vi trovate con questa parola potrete ricevere due cose completamente differenti.

Le unice cose in comune sono che si tratta in entrambi i casi di un prodotto alimentare e che hanno un tipo di lavorazione e un taglio finale simile, per il resto si tratta di due prodotti completamente differenti.

In buona parte della Sicilia Occidentale e Centrale, dalle province di Palermo, Agrigento e Trapani fino ad arrivare a quelle di Messina e Catania, con il termine capuliato ci si riferisce alla carne macinata (il tritato, u macinatu) utilizzata per fare le polpette e il ragù magari per una bella pasta a forno o per delle arancine/i.

Un significato legato al passato quando si preparava il macinato di carne direttamente con il coltello.

Se vi trovate però nella Sicilia Sud Orientale, specialmente nei territori del ragusano e in parte del siracusano, la parola capuliato assume un altro significato. Nelle province indicate, infatti, ci si riferisce ad un succulento trito di pomodori secchi (i ciappi) realizzato con l’olio, aglio, basilico ed eventualmente peperoncino.

Un’altra bontà della cucina siciliana per realizzare dei gustosi primi o da inserire in una differente versione del classico pane cunzato.

Come è possibile questo doppio significato per la parola capuliato?

Non si sanno i motivi di questa opposta visione ma sicuramente entrambi i prodotti hanno in comune la lavorazione, ossia quello di “fare a pezzettini”.

L’origine della parola capuliato deriva dal latino volgare dal termine “capulare” che vuol dire proprio tagliuzzare a piccoli pezzi. Anche nella lingua spagnola e nel catalano è presente un termine simile (capolar) che ha lo stesso significato della parola siciliana.

In siciliano la parola viene utilizzata anche in altri contesti non prettamente alimentari quando ad esempio dinanzi a dei tagli molto piccoli di qualsiasi materiale si esclama “e chi facisti u capuliàtu…”.

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