Lingua siciliana

L’origine, il significato e cosa vuol dire l’espressione “Finiu a tri tubi”

Tra le tante curiosità sulla lingua siciliana e su alcune tipiche espressioni utilizzate in tutta l’isola andiamo a scoprire l’origine, la storia e il significato che c’è dietro al modo di dire “Finiu a tri tubi”.

Una frase molto utilizzata in vari contesti da parte nostra che però rimanda ad una storia realmente accaduta sulla tragica fine di un piroscafo conosciuto con il nome di “Città di Catania” (nella foto).

In alcune zone della Sicilia viene utilizzata anche la versione completa “Finiu a tri tubi e na cannila” che ironizza su altri fatti realmente accaduti durante l’emigrazione in America.

L’origine, il significato, cosa vuol dire e la storia che si cela dietro all’espressione siciliana “finiu a tri tubi”

Nel parlare comune della lingua siciliana ci sono tante frasi fatte emblematiche che servono a spiegare al meglio certi avvenimenti quotidiani. Modi di dire che colpiscono turisti e continentali, difficilmente traducibili, e che tante volte vengono usati dagli stessi siciliani senza sapere il reale significato o la storia che c’è dietro ad una singola espressione.

Una di queste espressioni della lingua siciliana, utilizzata in quasi tutta l’isola (magari con qualche differenza), è la frase “finiu a tri tubi”.

Il significato di questo modo di dire rimanda a certi intoppi o disguidi o quando qualcosa non è andata come desideravamo. I siciliani utilizzano questa espressione quando ad esempio in una vacanza o in qualsiasi impegno di lavoro o svago si sono trovati degli intoppi che hanno rovinato la giornata.

Molti però non sanno l’origine dell’espressione “finiu a tri tubi” che rimanda ad una storia vera avvenuta nel Novecento durante le fasi della Seconda Guerra Mondiale.

Nei primi anni del Novecento nel porto di Catania venne costruita un piroscafo veloce, denominato Città di Catania, che colpì l’attenzione dei vari curiosi per la presenza di tre grossi comignoli. La cittadinanza catanese a riguardo la ribattezzò con il nome di “la tre tubi”.

Durante le fasi della Prima guerra Mondiale la nave venne usata per scopi bellici, salvo poi svolgere il servizio postale di linea. Fino agli anni del secondo conflitto mondiale con la nave che tornò ad essere a tutti gli effetti una nave militare.

Il 3 agosto del 1943 il piroscafo “Città di Catania” salpò dal porto di Durazzo in Albania con direzione Brindisi piena di passeggeri civili e militari. Durante il tragitto verso la Puglia la nave fu colpita dai missili del sommergibile inglese HMS Unruffled che l’affondò causando centinaia di vittime.

Nella popolazione siciliana da allora, quando certe situazioni non vanno per il verso giusto, si diffuse l’espressione “finiu a tri tubi” che rimanda proprio ai tre grandi comignoli della nave “Città di Catania”.

In alcune zone della Sicilia si utilizza la frase “finiu a tri tubi e na cannila” che rimanda ad un’altra storia, in parte più leggera, sempre legata però alle navi con tre comignoli. Durante le emigrazioni in America molti mariti lasciavano le mogli in Sicilia e una volta arrivati nel nuovo Mondo facevano perdere le loro tracce.

Alle domande sulle sorti dei mariti le mogli rispondevano “finiu a tri tubi e na cannila”, facendo sempre riferimento alle navi con tre comignoli che hanno accompagnato i consorti in America e alla candela accesa per indicare le notti in bianco in attesa di notizie.

Nella versione ufficiale dietro ad una frase che tante volte strappa un sorriso purtroppo si cela una tragica storia di guerra da ricordare; mentre nella seconda versione si tenta di sdrammatizzare un po’ certe situazioni realmente accadute.

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