Il significato e perché si dice “agneddu e sucu e finiu u vattiu”
Nel racconto dei proverbi siciliani più conosciuti ed utilizzati ecco l’origine, il significato e perché e quando si dice agneddu e sucu e finiu u vattiu, un antico modo di dire utilizzato in occasione delle feste che unisce il momento di gioia per la ricorrenza e la tavola bandita di cibo.
Si tratta di una delle frasi in siciliano più popolari ma molti non sanno che dietro a questo proverbio si nasconde una simpatica e curiosa storia che deriva dalla Francia.
Scopriamo l’origine, il significato e perché e in quali casi si usa il proverbio “agneddu e sucu e finiu u vattiu”
Tra i proverbi siciliani più utilizzati andiamo a scoprire la curiosa storia che si cela dietro al modo di dire “agneddu e sucu e finiu u vattiu”.
Questa storia ci riporta al tempo dei Normanni e delle grandi tavolate che i benestanti dell’epoca non si facevano mancare per certe ricorrenze (come nella foto).
Tante gustose pietanze preparate dai cosiddetti monsù siciliani (storia e origine del nome), i moderni cuochi dell’epoca molto diffusi nelle corti durante il Regno dei Borbone che hanno arricchito la cucina siciliana importando segreti e ricette (rivisitate) dalla Francia.
Tra le tradizioni prese dai Normanni c’è anche quella che si lega all’origine e alla diffusione del proverbio “agneddu e sucu e finiu u vattiu”. Il motivo deriva dalla grande importanza che i Normanni davano ai pranzi dei battesimi, più le tavolate erano piene di prelibatezze più prospera sarebbe stata la vita del bimbo/a.
Una sorta di buon augurio che ancora oggi è molto diffusa durante le feste dei battesimi e per tutte le altre ricorrenze (ad esempio per i matrimoni) in Sicilia e in tutto il Sud Italia.
Proprio da questa premessa deriva il modo di dire siciliano quando, dopo un infinito banchetto (che poteva durare anche dei giorni), al termine della festa arrivava l’agnello al sugo. Si sceglieva questa pietanza perché l’agnello all’epoca era simbolo di salute e prosperità e inoltre doveva essere cacciato dal padre del bimbo.
Il sugo però non era quello classico di pomodoro come lo intendiamo noi perché all’epoca dei Normanni non era ancora presente ma veniva realizzato con altre verdure, ortaggi e frutti disponibili che formavano un sughetto in cui veniva cotta la carne.
Dopo l’arrivo di questo piatto il banchetto si poteva ritenere concluso (anche se poi non mancavano dolci e altre prelibatezze) e da questo particolare si è diffuso il simpatico modo di dire.
Il significato letterale di questo proverbio è quello di agnello e sugo ed è finito il battesimo.
In generale è ancora utilizzato durante i banchetti delle cerimonie o quando una festività come Natale e Pasqua giunge al termine. Questa frase può essere utilizzata anche per altri eventi in conclusione e anche quando alcuni progetti nonostante l’impegno non siano andati a buon fine.
Una bella storia legata ad uno dei proverbi più conosciuti che racconta la Sicilia del passato.