La leggenda del filosofo Empedocle sull’Etna
Tra i miti siciliani riportiamo la leggenda del filosofo Empedocle e della fine misteriosa sull’Etna raccontata da altri filosofi dell’epoca. Sono diverse le versioni su questa leggenda che viene in parte alimentata dalla presenza della torre del filosofo alle pendici del vulcano.
Empedocle era un filosofo greco nato nella colonia di Akragas (l’attuale Agrigento) intorno al V secolo a.C.
Empedocle non era solo un filosofo, infatti, gli storici narrano di una personalità poliedrica che si dilettava in vari campi dalla poesia all’orazione, dalla medicina alla taumaturgia, fino ad arrivare ad avere strani poteri miracolosi che secondo la leggenda lo indussero a credersi immortale.
Tra i suoi studi e le sue teorie Empedocle riteneva che l’universo si basasse su quattro elementi che definiva come delle radici primordiali. I quattro elementi su cui secondo Empedocle si basa l‘origine di ogni cosa sono: fuoco, aria, terra e acqua.
Uno di questi elementi è rappresentato dal fuoco che nei vulcani dà vita al fenomeno delle eruzioni. In Sicilia nel corso della storia si sono formati diversi vulcani (elenco dettagliato), alcuni dei quali sono ancora attivi mentre altri si sono estinti.
Tra i tanti il più conosciuto è idda, a muntagna dell’Etna che all’epoca stuzzicò anche la fantasia del filosofo Empedocle il quale decise di trasferirsi nei pressi del vulcano per osservarlo da vicino.
La leggenda di Empedocle sull’Etna e la torre del filosofo
Dall’interesse nei confronti del vulcano prende spunto la leggenda di Empedocle sull’Etna che si basa in parte sull’interesse ad analizzare da vicino il fenomeno naturale del vulcano e in parte sull’idea diffusa della sua immortalità.
La leggenda, narrata secondo alcune fonti dal filosofo Diogene Laerzio, riporta che Empedocle durante le fasi di un’eruzione si gettò nel cratere dell’Etna.
Secondo alcune versioni lo fece per studiare il vulcano da vicino, secondo altri venne spinto da alcuni aristocratici agrigentini perché stuzzicava l’intelletto degli indigenti. Per altri studiosi lo fece per dimostrare la sua eternità e di salire sull’Olimpo tra gli dei. Proprio per questo motivo come prova, dopo essersi gettato all’interno del cono vulcanico, la leggenda riporta che dal vulcano fuoriuscì uno dei sandali bronzei del filosofo.
Questa leggenda è legata, e in parte alimentata, dalla presenza nel versante sud a quota 2900 metri della cosiddetta torre del filosofo. Le origini di questa torre si intrecciano con la leggenda di Empedocle sull’Etna. Alcuni studi eseguiti in passato sostengono la presenza di un edificio d’epoca romana.
Sulla presenza storica di questa torre mancano fonti certe ma sicuramente negli anni ’60 nell’area venne costruito un rifugio in memoria del filosofo che però è stato distrutto e ricoperto dalle varie successive eruzioni.
Il fascino della torre del filosofo, legato alla leggenda di Empedocle, fanno di questo luogo una delle mete preferite dai visitatori durante le escursioni sull’Etna.
Al filosofo siceliota dell’antica Akragas gli è stato assegnato anche un nome di un vulcano sottomarino scoperto nel Canale di Sicilia: il vulcano Empedocle.
Lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo nel racconto intitolato Catarsi rimette in scena in chiave moderna l’episodio di Empedocle sull’Etna riportando i suoi ultimi momenti:
“…egli procedeva avanti lieve senza peso e fatica… Puntando il suo bordone, raggiunse le cortine spesse dei vapori, il ciglio periglioso dell’orrore. ‘Ritorna’ implorai con tutto il mio vigore. ‘…e l’immensa luce…’ furono le parole che tornarono sopra il fragore tellurico. E l’incandescenza l’avvolse, incenerì, disperse.”