Miti e Leggende siciliane

La leggenda del fiume Cefalino del lavatoio medievale di Cefalù

A Cefalù (guida per visitare il borgo) tra le bellezze e i monumenti del centro storico molti turisti vengono attratti dalla caratteristica struttura del lavatoio.

Questa struttura, situata lungo il corso Vittorio Emanuele nelle vicinanze di Porta Pescara e della spiaggetta della marina, è conosciuta con il nome di lavatoio medievale per le sue origini risalenti al XVI secolo (anche se già in passato esisteva una struttura sostituita da quella attuale).

Il lavatoio medievale di Cefalù viene alimentato da un piccolo corso d’acqua, conosciuto con il nome di fiume Cefalino, sul quale in molti non sanno dell’esistenza di un’antica leggenda sulla sua origine collegata alla formazione della Rocca di Cefalù.

Il racconto sulla leggenda del fiume Cefalino e sulla Rocca di Cefalù

Il lavatoio di Cefalù dai tecnici è riconosciuto come una delle più importanti opere di ingegneria idraulica medievale per convogliare le acque del piccolo fiume Cefalino in modo da farlo sfociare direttamente a mare.

Il lavatoio è preceduto da una “scala a lumachella” e presenta delle vasche e degli appoggi che, oltre all’ingegnosa opera idraulica, aveva la principale funzione di essere utilizzato per lavare i panni.

Sul fiume Cefalino esiste una leggenda sull’origine di questo corso d’acqua di cui molti visitatori non ne sono a conoscenza.

Il mito narra che Cefalino sia stato generato dalle lacrime di una ninfa pentita per aver punito con la morte il tradimento compiuto dal marito.

In molti ricollegano questo mito alla storia d’amore tra Dafni (eroe dei pastori in Sicilia) e la ninfa Naide che dopo aver scoperto il tradimento cavò gli occhi all’amato.

L’uomo accecato si gettò dall’Olimpo trasformandosi nell’odierna rocca che sovrasta la città di Cefalù.

La ninfa Naide, dopo questo triste epilogo, si pentì e iniziò a piangere; dalle copiose lacrime versate si formò il piccolo fiume di Cefalino che da secoli scorre lungo il centro storico del borgo di Cefalù.

A riguardo sulla qualità e la naturalezza delle acque nel 1655 all’ingresso del lavatoio è stata posta una frase del palermitano Vincenzo Auria (ancora visibile) che dice:

“Qui scorre Cefalino, più salubre di qualunque altro fiume, più puro dell’argento, più freddo della neve”.

error: