Leggende sulle origini della Sicilia e dell’Etna: il mito di Encelado e Tifeo
Tra i miti e le leggende che raccontano le origini della Sicilia e dell’Etna, dopo quello della Leggenda delle Tre Ninfe, è molto interessante conoscere anche quello delle leggende e dei miti di Encelado e Tifeo (entrambe con lo stesso epilogo) e della battaglia tra i Giganti e gli dei dell’Olimpo, chiamata Gigantomachia.
Nella mitologia greca la Gigantomachia rappresenta la lotta intrapresa dai Giganti contro gli dei per raggiungere la vetta dell’Olimpo. Gli dei resistettero all’attacco dei Giganti grazie all’intervento di Eracle, un semidio (metà uomo e metà dio) figlio di Zeus che aiutò gli dei per difendere l’Olimpo.
La leggenda di Encelado sulle origini della Sicilia e dell’Etna
In questa battaglia i 24 Giganti guidati da Alcioneo dovettero resistere ai fulmini e ai massi scagliati dagli dei.
Tra i Giganti c’era anche Encelado, figlio di Gea (che rappresenta la terra), che durante le fasi della battaglia nel tentativo di fuggire dagli avversari venne colpito e affondato da un enorme masso di forma triangolare lanciato dalla dea Atena proprio nel centro del mediterraneo.
Quel masso dalla forma triangolare nel mito di Encelado raffigura la Sicilia con Encelado che rimase bloccato sotto il peso in mezzo al Mediterraneo.
Il corpo del Gigante venne coperto dall’isola con le gambe unite verso il promontorio di Capo Lilibeo (Marsala), il busto al centro sotto la città di Enna, le braccia rivolte verso i promontori di Capo Peloro (Messina) e Capo Passero (Pachino-Siracusa) e la testa con la bocca posizionata proprio sotto l’Etna.
Leggenda vuole che l’attività vulcanica dell’Etna sia provocata proprio dai respiri infuocati del Gigante ancora bloccato e che i continui terremoti siano provocati dal tentativo di Encelado di spostarsi da sotto terra.
Il mito di Tifeo sulla formazione della Sicilia e dell’Etna
Altra leggenda simile, basata sulle origini dell’Etna e dell’isola, è quella di Tifeo (o Tifone), figlio sempre di Gea (così come Encelado e gli altri Giganti) che tentò di rivalersi della precedente sconfitta contro gli dei.
Questa volta la battaglia tra Tifeo, gigante dall’aspetto mostruoso (in molti lo avvicinando ad un drago con cento teste), e Zeus rischiò di essere vinta dal primo. Il Re dell’Olimpo, infatti, venne salvato dall’intervento di Hermes e Pan che, dopo una battaglia, lo rimisero in sesto.
Altro intervento prezioso fu quello delle Moire (le Klothes, rappresentanti del destino) che, dopo aver rifocillato Tifeo con frutti destinati di norma ai mortali, indebolirono il Gigante che venne ferito da un rinvigorito Zeus sul monte Emo.
Tifeo iniziò a scappare ma durante la fuga venne fermato da Zeus, proprio in Sicilia, il quale lo imprigionò sotto l’isola, sempre con la stessa posizione già rappresentata dal mito di Encelado: le braccia e le gambe rivolte verso i tre promontori dell’isola e la bocca sotto l’Etna (nella foto si nota bene).
Due leggende affascinanti che, oltre ad affrontare l’aspetto mitologico sulle origini della Sicilia, tentano sin dall’antichità di dare una spiegazione alle eruzioni e ai movimenti tellurici nei pressi dell’Etna.