Il mito della Rocca di Cerere ad Enna dedicata a Demetra
Scopriamo insieme la storia e il mito che aleggia intorno alla Rocca di Cerere di Enna, una caratteristica guglia rocciosa che si innalza su un’altura in cui nell’antichità secondo le fonti storiche era presente un Santuario dedicato alla dea greca Demetra (Cerere per i Romani).
Un luogo mistico che attrae il visitatore, una sorta di balcone rialzato per ammirare dal centro della Sicilia il resto dell’isola e che cela una storia tutta da scoprire con protagonista Demetra, la divinità greca protettrice della natura, dei raccolti e delle messi.
Per le caratteristiche naturali uniche della zona la rocca è inserita in una grande area naturale protetta che ha dato origine al Rocca di Cerere Geopark, uno dei due geoparchi istituiti dall’Unesco che si trovano in Sicilia.
La Rocca di Cerere di Enna: il santuario e i luoghi che hanno alimentato il mito di Demetra
In Sicilia molti luoghi sono legati a miti e leggende che da secoli ci accompagnano così come la Rocca di Cerere, un luogo immerso nella natura che fino a noi il mito di Demetra (Cerere).
La Rocca di Cerere in termini naturalistici è definita come una guglia rocciosa calcarenitica (in parte lavorata nel periodo classico) che si innalza insieme al vicino castello di Lombardia nel paesaggio intorno al centro storico di Enna (il capoluogo di provincia più alto d’Italia).
Il sito fa parte di un’area di notevole importanza geologica all’interno di un contesto formato da un altopiano zolfo e gesso con cime di arenaria. Nell’area nei secoli sono emersi varie importanti testimonianze di cosiddette rocce evaporiche di età messiniana nel Mediterraneo. Tutte caratteristiche che hanno indotto l’Unesco ad istituire il Rocca di Cerere Geopark.
La Rocca di Cerere, oltre ad essere un patrimonio naturale, conserva tracce archeologiche di un grande tempio, una sorta di santuario dedicato alla divinità greca Demetra che nel corso della storia ha alimentato il mito intorno alla dea della fertilità dei campi.
Demetra sorella di Zeus e mamma di Persefone (Proserpina o Kore) è, infatti, la dea protettrice dell’agricoltura, dei cereali e dei raccolti in genere. Demetra e Persefone sono anche protagoniste del mito del ratto di Proserpina che secondo la leggenda ha dato origine all’alternanza delle stagioni.
Durante l’epoca greca Demetra, per via del legame con la terra e i suoi frutti, era molto venerata fino al punto che gli abitanti dell’antica Henna (Enna) consacrarono il territorio alla dea erigendo un grande tempio votivo: il Santuario di Demetra.
Diverse fonti storiche descrivono una grande area sacra intorno alla Rocca di Cerere che includeva anche la zona in cui poi venne costruito il Castello di Lombardia, infatti, nell’insenatura tra i due siti in cui si sviluppa l’odierna Contrada Santa Ninfa sono presenti diverse edicole votive scavate nella superfice rocciosa.
Lo storico romano Cicerone nelle sue Verrine descrive l’area sacra segnalando la presenza di due statue colossali dedicate a Cerere e Trittolemo tra sacelli rupestri e santuari satelliti.
Testi che hanno alimentato il mito della Rocca di Cerere fino all’epoca recente con molti viaggiatori del Grand Tour che seguendo gli scritti di Cicerone si avviarono alla scoperta del luogo.
Agli inizi del Novecento l’area fu oggetto di una campagna di studi e di scavi guidati dall’archeologo siracusano Paolo Orsi che consentì il ritrovamento di vari habitat rupestri, di una tomba a fossa di età ellenistica (III secolo a.C.), di ipogei scavati nella roccia e di una cisterna a campana di età greca (V- IV secolo a.C.) e di deposizioni funerarie di età tardo-antica (V secolo d.C.).
Del tempio, dell’area sacra e del Santuario votivo di Demetra non è rimasto quasi nulla, solo alcune tracce ma resta il nome che ha alimentato (e continua a farlo) il mito intorno alla meraviglia naturale della Rocca di Cerere.