Prodotti siciliani

La differenza tra cappero e frutto del cappero (cucunci)

Tra le curiosità sui prodotti siciliani andiamo a conoscere la differenza tra il cappero e il frutto del cappero, conosciuto con il nome di cucunci, cocuncio o capperone.

Entrambi i prodotti si possono raccogliere e conservarli a casa o trovare in commercio in vari tipi di lavorazione (sotto sale, sott’olio o sotto aceto). Sono diversi i territori che fondano buona parte dell’economia sulla coltivazione di questa pianta, ottenendo in due casi anche il riconoscimento tra i marchi DOP e IGP.

Scopriamo insieme la differenza tra il cappero e il frutto del cappero (cucunci) e come conservarli a casa

Il cappero è una pianta cespugliosa formata da un piccolo arbusto ramificato a portata ricadente, molto diffusa nel Mediterraneo, originaria dell’Asia Minore e della Grecia che fa parte della famiglia capparidacee.

Una pianta, conosciuta con il nome di capparis spinosa, presente nel periodo primaverile fino alla fine dell’estate. I fiori, tra l’altro molto belli da vedere (come si vede nella foto), sono prodotti da maggio fino a fine settembre.

La pianta si può coltivare ma è possibile trovarla spontanea tra rocce e muri, infatti, non mancano le persone che vanno a caccia di piante spontanee in giro per le località di mare dell’isola. Dalla pianta è possibile recuperare due prodotti: i capperi e i cucunci. Qual è la differenza tra il cappero e il frutto del cappero (cucunci)?

Nel dettaglio il cappero è il bocciolo non ancora aperto che si può raccogliere e lavorare mettendolo sotto sale. Se non non si raccoglie il bocciolo del cappero e si aspetta la fioritura abbiamo i cucunci, dalla forma affusolata con un lungo gambo, che in pratica sono i frutti della pianta.

In ordine di tempo, quindi, prima si raccolgono i capperi e dopo alcune settimane i cucunci.

Per chi volesse raccoglierli e conservarli a casa dovete mettere la stessa quantità di capperi (o cucunci) e sale grosso in una ciotola di vetro per alcuni giorni. Ogni giorno il composto produrrà un liquido che deve essere eliminato; quando il liquido non sarà più prodotto sono pronti per essere consumati lasciandoli sotto sale o mettendoli sott’olio o sotto aceto e acqua (al 50%).

In commercio è possibile trovare varie varianti di questi prodotti, alcune delle quali hanno ottenuto anche il riconoscimento del marchio DOP e IGP dall’Unione Europea. Stiamo parlando del Cappero di Pantelleria IGP e del Cappero delle Eolie DOP, due importanti realtà che sostengono l’economia di queste isole.

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