Fichi d’India siciliani: l’origine, le proprietà, i benefici e la differenza con i bastardoni
Tra i prodotti simbolo della Sicilia ci sono i fichi d’India siciliani, un frutto dall’antica origine che, oltre ad essere un emblema della nostra terra, ha delle grandi proprietà nutritive ed apporta una serie di benefici al nostro corpo tutti da scoprire.
La pianta del fico d’india è uno degli elementi tipici del nostro territorio, lungo i tratti costieri e di campagna sono presenti diverse piantagioni che crescono anche spontaneamente e rappresentano un elemento distintivo del paesaggio siciliano.
Un prodotto che ha anche ottenuto una doppia DOP con il Fico d’India di San Cono e dell’Etna (lista prodotti IGP e DOP siciliani) e di cui come per altri prodotti più noti non si butta via niente, infatti, oltre a dare vita a varie ricette siciliane con i frutti come la mostarda, anche le “pale” e le “bucce” vengono utilizzate in cucina. Il fico d’india inoltre ha anche un’anima green sono tanti i designer e i brandi che utilizzano gli scarti per creare tessuti, gioielli ed altri oggetti.
Andiamo a scoprire l’origine, le proprietà, i benefici, le varietà dei Fichi d’india siciliani e la differenza con i bastardoni
Entriamo nel mondo dei fichi d’india partendo dall’origine di questo frutto e da chi lo ha “portato” in Sicilia nel corso della storia. La pianta del fico d’india è originaria del Messico, nel Centro America, e rappresenta un simbolo del Paese e della tradizione Azteca al punto di essere inserito all’interno della bandiera nazionale.
Secondo alcuni questa pianta è arrivata in Europa dopo la scoperta dell’America ma in realtà la pianta dei fichi d’India è presente in Sicilia sin dal periodo della dominazione Araba con i Saraceni che nel’827 la portarono a Mazara.
La resistenza alla siccità e all’aridità dei terreni e le poche attenzioni di cui ha bisogno hanno contribuito alla diffusione in tutta l’isola e anche in altri territori del Mediterraneo.
I fichi d’india sono diventati un simbolo della Sicilia e dei siciliani, in giro per le zone costiere e quelle di campagna è impossibile non notare le “pale” sparse in ogni angolo del territorio. Negli anni molti territori (uno su tutti il Paese di San Cono) si sono concentrati nella coltivazione di questo frutto creando un buon indotto economico e facendo diventare la Sicilia il secondo produttore al Mondo dopo il Messico.
Tra le proprietà e i benefici dei fichi d’india si segnalano quelle depurative, terapeutiche, di reidratazione per chi pratica sport e per la poca presenza di zucchero e per le poche calorie sono indicati per le diete dimagranti. Tra gli altri benefici presenti i fichi d’india sono ricchi di vitamina C, vitamina B5 e B6, potassio, calcio e betalaine (i pigmenti naturali che colorano il frutto), una sostanze ricca di proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
Grazie alla presenza di calcio e manganese è indicato per chi soffre di osteoporosi; inoltre è un frutto che mantiene sotto controllo il colesterolo e previene la formazione dei calcoli renali.
La stagione dei fichi d’india siciliani inizia ad agosto e si protrae fino alla fine dell’anno (soprattutto quelli coltivati), mentre la fioritura inizia a primavera. Sono presenti quattro grandi varietà che si differenziano per il colore: la rossa (sanguigna), la gialla (sulfarina), la bianca (muscarella) e l’arancione (moscateddo).
Tra le differenti varietà i fichi d’india siciliani più pregiati sono quelli “tardivi”, chiamati “scuzzulati” e “bastardoni” (o bastarduna) che si ottengono da una seconda fioritura. Una tecnica che consiste nel togliere i primi piccoli frutti dalle piante, costringendola ad una nuova fioritura.
Sull’origine della varietà dei “bastardoni” dei fichi d’india siciliani circola una simpatica storia legata ad una classica lite tra confinanti con un contadino che recise i fiori delle piante del vicino per fargli un dispetto. Dopo alcuni mesi però la pianta tornò a fiorire e a produrre dei fichi d’india ancora più pregiati.