Biagio Conte: la storia e la vita del frate laico di Palermo
Ecco una breve biografia di Frate Biagio Conte per conoscere la storia, la vita, le origini della famiglia e anche il miracolo ricevuto dal San Francesco palermitano scomparso dopo una lunga malattia all’età di 59 anni.
Una vita speciale quella di fratel Biagio dedicata sempre agli ultimi e agli emarginati della società con tante azioni di protesta e la fondazione della Missione di speranza e carità che da più di trent’anni aiuta migliaia di persone in difficoltà.
Un moderno San Francesco che ha lasciato la vita agiata di tutti i giorni per dedicarsi agli altri, a tutti quelli che hanno bisogno d’aiuto.
La biografia di Frate Biagio Conte: la storia, la vita, le origini della famiglia e il miracolo ricevuto
Tra le storie di siciliani ecco il racconto della vita di Frate Biagio Conte, una storia di altri tempi come la biografia di tanti Santi del passato. Figlio di una famiglia benestante (imprenditori edili), dopo aver frequentato un collegio di suore in Svizzera a 9 anni torna per la prima volta nella sua Palermo per proseguire gli studi presso il collegio di San Martino delle Scale.
A 16 anni però decide di lasciare la scuola e di lavorare nell’impresa dei genitori fino a quando nel 1983, dopo una profonda crisi spirituale, lascia la famiglia e Palermo per trasferirsi a Firenze.
I tormenti interiori però non si arrestarono così tre anni dopo decise di seguire la via dell’eremitaggio con un secondo ritorno tra le montagne della sua Sicilia. Durante questa fase decise di realizzare un pellegrinaggio esclusivamente a piedi verso Assisi nella terra di San Francesco per cercare la via definitiva da seguire nella sua vita.
La famiglia rimase all’oscuro di tutto e non ricevendo notizie durante il viaggio fu costretta a rivolgersi alla trasmissione Chi l’ha visto? con Biagio Conte che durante una delle puntate intervenne in diretta per tranquillizzare e informare i suoi cari.
Frate Biagio Conte, dopo il pellegrinaggio ad Assisi, decise di fare il missionario in Africa ma durante il terzo ritorno a Palermo, negli anni ’90, si accorse delle precarie condizioni degli ultimi e di alcune zone della città così decise di rimanere ed iniziare a battersi per gli emarginati.
Nei primi anni sono numerose le battaglie e il sostegno verso i senzatetto della Stazione di Palermo cercando di ottenere degli spazi da parte delle istituzioni per migliorare le condizioni di vita. Da una delle tante proteste, dopo un lungo digiuno, riuscì ad ottenere gli spazi dell’ex disinfettatoio comunale in via Archirafì dando il via al progetto della sua Missione di Speranza e Carità.
Dal 1993 la fondazione di Frate Biagio Conte con l’aiuto di centinaia di volontari si occupa di accogliere gli ultimi tra senza fissa dimora, vagabondi, ex detenuti, nuovi poveri, prostitute, immigrati ed altri emarginati che vengono aiutati quotidianamente a rialzarsi e a ritrovare una spazio nella società.
Dalla prima comunità di via Archirafi sono nate altre decine di strutture a Palermo e nelle altre province siciliane come la Missione Femminile di via Garibaldi (ex convento di Santa Caterina), la Cittadella del Povero e della Speranza di via Decollati (ex caserma dell’aeronautica militare). Insieme alle comunità ci sono dei campi di lavoro a Palermo, a Corleone e a Scopello con la coltivazione di ortaggi e la produzione di olio in cui si cerca il reintegro dell’emarginato nella società.
Nella biografia della vita di Frate Biagio Conte c’è anche l’episodio di un miracolo che ha ricevuto nel 2014 quando, dopo essersi immerso nelle acque di Lourdes, tornò a camminare lasciando la sedia a rotelle.
La vita di Frate Biagio Conte è stata spesa quasi interamente verso gli ultimi e lo dimostra il tanto affetto ricevuto nelle ultime settimane da parte dei palermitani che hanno accompagnato fratel Biagio negli ultimi giorni di vita.
Il progetto Missione di Speranza e Carità, grazie al lavoro di tanti volontari, ha delle basi solide e continuerà anche dopo la morte di Frate Biagio Conte perché anche nell’era del super progresso c’è sempre bisogno di rivolgere lo sguardo e l’attenzione verso gli ultimi.