Bombardamenti a Palermo: la storia e i danni della Seconda Guerra Mondiale
Una pagina della storia della Sicilia riguarda la Seconda Guerra Mondiale con la ricostruzione storica dei fatti, dei danni, della distruzione e delle vittime durante i vari bombardamenti a Palermo eseguiti prima dagli Alleati e successivamente anche dai Tedeschi.
Tante ferite, morti e distruzione in giro per la città ancora in parte visibili insieme ai danni subiti dal patrimonio artistico e culturale. Un sacrificio per la libertà riconosciuto dalla medaglia d’oro al valor militare per la città di Palermo rilasciata nel 1964.
La ricostruzione storica dei Bombardamenti a Palermo durante la Seconda Guerra Mondiale
La Sicilia durante le fasi finali della Seconda Guerra Mondiale ha avuto un ruolo chiave con l’avvio dell’operazione Husky che ha comportato lo Sbarco degli Alleati (storia e i luoghi) e l’inizio della liberazione dell’Italia dal regime nazi-fascista. Una pagina di storia importante con la Sicilia che ha dovuto pagare un caro prezzo che in molti dimenticano a partire dalle ripercussioni dovute alle storture e agli intrecci mafiosi che gli Americani hanno avuto nella fase preparatoria dello sbarco (ben raccontato dal film In Guerra per Amore di Pif) fino ai bombardamenti subiti a Palermo e in altre città siciliane.
Nella fase preparatoria dello sbarco in Sicilia, infatti, tra le città più attaccate dagli Alleati c’è proprio il capoluogo siciliano. I primi bombardamenti a Palermo avvennero già nel giugno del 1940 per mano francese con degli aerei arrivati dalla vicina Tunisia. Per difendersi dagli attacchi il regime italiano guidato da Mussolini insieme ai tedeschi rafforzò la rete difensiva lungo la costa fino ad arrivare al Monte Pellegrino installando anche due radar sulla cima di Capo Gallo e sul Castello Utveggio.
I bombardamenti a Palermo, dopo alcuni mesi di calma, ripresero nel gennaio del 1941 con alcuni bombardieri britannici provenienti da Malta che attaccarono il porto della città. Gli attacchi continuarono per tutto il 1941 e il 1942 con l’obiettivo di interrompere i rifornimenti che dalla Sicilia venivano inviati alle forze tedesche in battaglia nel Nord Africa.
E’ però il 1943 l’anno più pesante e tragico per la città di Palermo che venne colpita da vari e continui bombardamenti che preparavano la strada per il successivo sbarco degli Alleati.
Tra i vari attacchi ricordiamo quello del 3 e del 15 febbraio con le bombe americane che colpirono il centro storico della città (da piazza Magione a Corso dei Mille) e il porto fino ad arrivare lungo la costa ai territori del Comune di Villabate. Molti attacchi guidati dagli Alleati colpirono anche il patrimonio artistico e culturale della città come quello dell’1 marzo quando venne colpita una parte della Cattedrale di Palermo e il complesso dell’Albergo delle Povere. Altri danni ingenti ci furono dopo i bombardamenti del mese di aprile alla chiesa San Salvatore e all’Archivio di Stato che venne distrutto da un incendio.
Il bombardamento più pesante per la città di Palermo però fu quello del 9 maggio del 1943 con le forze armate americane che lanciarono tonnellate di bombe tra il porto, lo scalo ferroviario e il centro abitato. I bombardamenti degli Alleati a Palermo si conclusero il 14 luglio, 4 giorni dopo lo sbarco lungo la costa sud siciliana.
Ma le bombe sulla città di Palermo non si fermarono, infatti, dopo l’arrivo del generale Patton a Palermo la città fu presa di mira dai raid tedeschi per quasi tutto il mese di agosto. L’ultimo bombardamento a Palermo avvenne il 23 agosto del 1943, 6 giorni dopo la completa liberazione della Sicilia con l’arrivo degli Alleati a Messina.
Le vittime e i danni delle bombe della guerra a Palermo
Le conseguenze dei bombardamenti per la città di Palermo furono pesantissime; si contano 2123 vittime e quasi 30 mila feriti (secondo altre versioni si arriva anche a 3 mila vittime), oltre ad una serie di danni materiali come gli oltre 200 mila vani danneggiati dalle varie bombe.
Alcuni di questi danni sono ancora visibili tra i ruderi sparsi in alcune zone del centro storico e del porto. Come abbiamo già riportato anche il patrimonio artistico e culturale della città è stato pesantemente attaccato. Tanti danni e distruzione come per la cupola della chiesa della Magione, la navata della chiesa di S. Francesco, il prospetto e il fianco della chiesa di S. Maria della Catena (nella foto), le lesioni alla cupola della chiesa del San Salvatore che hanno portato alla perdita di buona parte delle decorazioni eseguite da Vito d’Anna.
E poi ancora i forti danneggiamenti al loggiato del cortile e alle strutture della torre angolare di Palazzo Abatellis, i crolli alle grandi cupole delle chiese dell’Olivella, di S.Giuseppe dei Teatini e di Casa Professa con tutte le meravigliose decorazioni barocche che sono state recuperate e restaurate.
I bombardamenti a Palermo portarono alla definitiva distruzione e perdita dell’Oratorio della Compagnia di S. Francesco di Paola con gli stucchi di Procopio Serpotta, alla chiesa di Santa Maria di Piedigrotta pesantemente danneggiata dalle bombe e poi demolita, la chiesa della SS Annunziata nei pressi di Porta San Giorgio e una parte della costruzione di Porta Felice.
Altri danni ci furono per le chiese di S. Giovanni degli Eremiti e di S. Giovanni dei Lebbrosi, per il palazzo Sclafani, per la chiesa di S. Giorgio dei Genovesi, di S. Maria la Nuova e per gli oratori di San Zita e San Lorenzo con gli stucchi di Giacomo Serpotta che sono stati “salvati” e restaurati.
Lievi danneggiamenti ci furono anche per tanti altri luoghi importanti della città come la Cattedrale, il palazzo Reale e alcune statue della fontana di piazza Pretoria.
Tanta distruzione che con la scusa della ricostruzione venne sfruttata dagli esecutori del “Sacco di Palermo”, altra triste pagina della storia siciliana legata alle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale.