Il centro storico di Palermo e la divisione in 4 mandamenti
Il centro storico di Palermo è uno dei più grandi d’Europa, ricco di monumenti, palazzi e chiese di varie epoche che durante la dominazione spagnola, dopo un progetto di riforma urbanistica, è stato suddiviso in quattro parti chiamate comunemente “mandamenti”.
I mandamenti rappresentano i 4 grandi quartieri storici chiamati inizialmente con i nomi di mandamento Tribunali, mandamento Castellamare, mandamento Palazzo Reale e mandamento Monte di Pietà.
La storia e le origini del centro storico di Palermo
La città di Palermo ha uno dei centri storici più particolari d’Italia; l’attuale suddivisione urbana prevede 55 unità di primo livello (più semplicemente rioni). Le prime 4 unità sono composte dai quattro storici mandamenti in cui è suddiviso il centro storico della città.
La divisione in 4 parti risale al periodo della dominazione spagnola quando tra il XVI e il XVII secolo ci furono diverse modifiche urbanistiche del territorio palermitano.
Precisamente la suddivisione in quattro mandamenti è dovuta alla costruzione di via Maqueda (chiamata anche Strada Nuova), realizzata dal viceré Bernardino de Cárdenas y Portugal duca di Maqueda nei primi anni del ‘600.
La via Maqueda venne progettata in maniera perfettamente perpendicolare al Càssaro, l’antica via risalente all’epoca dei fenici perché ricordiamo che il capoluogo siciliano era una delle colonie fenicie in Sicilia. In questo modo l’area del centro storico di Palermo, così come si vede dalle foto dall’alto e dalle mappe, venne suddivisa in quattro grandi aree urbane.
Dopo qualche decennio l‘area in cui si incontrano i due assi principali della città (via Maqueda e il Càssaro) venne abbellita con la costruzione dei Quattro Canti (descrizione del monumento), uno dei luoghi simbolo di Palermo.
Queste 4 aree rappresentavano i 4 grandi antichi quartieri della città che all’epoca vennero chiamati con il nome di mandamenti. Ogni parte rappresentava una diversa comunità con la propria quotidianità, i propri stemmi di riferimento e anche la propria Santa Patrona; da qui le origini delle 4 Sante di Palermo prima del 1624, anno in cui Santa Rosalia divenne l’unica patrona della città.
La divisione storica dei 4 mandamenti di Palermo
Iniziamo dal mandamento Castellamare (o quartiere la Loggia), raffigurato con lo stemma della Casa Reale d’Austria con Sant’Oliva come patrona, deve il suo nome alla presenza del Castello a Mare. Il quartiere, situato nella parte nord – est del centro, ha come confini via Maqueda, corso Vittorio Emanuele, via Cavour e via Crispi. Nell’area si conserva, almeno in parte, lo storico mercato della Vucciria.
Il mandamento Tribunali, conosciuto ai più come il quartiere la Kalsa, invece è rappresentato dallo stemma del fiore della rosa con Sant’Agata come patrona. Questa parte della città ha origini arabe ed è collocata a sud – est della città con via Maqueda, via Lincoln, il Foro Italico e corso Vittorio Emanuele come confini territoriali. Il nome originario era la Kalsa ma poi venne sostituito dal nome Tribunali perché all’epoca all’interno del palazzo Chiaramonte-Steri era presente il tribunale dell’inquisizione.
Proseguiamo con il mandamento Palazzo Reale, noto come il quartiere dell’Albergheria, che ha come stemma un serpente verde in campo oro con la patrona che era Santa Cristina. Questo quartiere, situato nella parte sud – ovest, è il più antico della città, infatti in quest’area i fenici posero le basi per la fondazione della città. L’area è delimitata dai confini di via Maqueda, corso Vittorio Emanuele, corso Tukory e corso Re Ruggiero. Tra le vie e i vicoli è presente lo storico mercato di Ballarò.
Concludiamo con il mandamento Monte di Pietà (quartiere Seralcadio/Capo), che invece ha come stemma Ercole che atterra il leone, mentre la patrona era Santa Ninfa. Anche questa parte è di origine araba ed è collocata nella parte nord – ovest del centro storico.
Il nome di Monte di Pietà deriva dalla presenza del monte dei pegni nella zona; mentre il nome Capo invece deriva dalla presenza nel periodo arabo di una zona chiamata con il nome di “Caput Seralcadii”. I confini di questo quartiere si estendono lungo il corso Re Ruggero, corso Tukory, corso Vittorio Emanuele e via Maqueda. In questo quartiere, da Porta Carini, si accede al mercato storico del Capo, il terzo della città.