Pirandello e il Nobel: quando lo scrittore rischiò di non ritirare il Premio
Tra gli aneddoti storici sulla vittoria del Premio Nobel per la letteratura del 1934 di Luigi Pirandello ecco una storia poco nota che vede protagonista lo scrittore agrigentino che nel giorno della premiazione a Stoccolma rischiò di non ritirare il premio e venne “salvato” da un particolare incontro dentro il palazzo.
Una storia a tratti pirandelliana, così come quella dell’incredibile viaggio delle ceneri verso la Sicilia, anche se con un finale a lieto fine. Un epilogo diverso rispetto ai protagonisti delle sue novelle e delle sue opere che lo hanno contraddistinto nel campo della letteratura del Novecento.
Un innovatore delle forme e dei generi della letteratura con le storie dei suoi personaggi che prima di lui nessun autore aveva avuto il coraggio di scriverle.
Pirandello e il Nobel del 1934: la storia pirandelliana di quando lo scrittore rischiò di non ritirare il Premio
Tra le storie e i racconti di Sicilia riportiamo la storia di quando lo scrittore Luigi Pirandello rischiò di non ritirare il Premio Nobel per la letteratura non per un rifiuto o per altro ma per un simpatico disguido a tratti pirandelliano.
L’8 Novembre 1934 l’Accademia di Svezia annunciò la consegna del Premio Nobel per la letteratura allo scrittore agrigentino “per il suo audace e ingegnoso rilancio dell’arte drammatica e scenica”.
Il giorno successivo nella sua casa di Roma arrivò il telegramma ufficiale a cui lo scrittore in modo tipicamente pirandelliano per difendersi dall’assalto delle interviste rispose battendo sulla macchina da scrivere l’espressione irrisoria “pagliacciate! pagliacciate!…”.
Nel giorno della consegna ufficiale del premio Nobel però accade un simpatico aneddoto che sembra tratto da uno dei suoi racconti anche se con un lieto fine.
Il 10 dicembre 1934 è il giorno della cerimonia ufficiale di consegna del riconoscimento nel prestigioso palazzo Reale di Stoccolma in Svezia. Pirandello venne accompagnato da un diplomatico italiano fino all’ingresso destinato al pubblico, proseguendo da solo verso l’ingresso dedicato ai vincitori.
Lo scrittore, come in una delle sue novelle, si ritrovò da solo dinanzi a lunghi corridoi e a tante porte da aprire e chiudere ma nessuna di queste era quella giusta per andare nella sala per ritirare il premio.
Dopo alcuni minuti finalmente trovò una persona alta e distinta a cui il Maestro chiese “Dovrei essere premiato, ma mi sono perso”. Lo strano interlocutore trovato lungo il cammino lo accompagnò nella direzione corretta. Così Pirandello lo ringraziò e aprendo la porta lo invitò ad accomodarsi prima di lui.
L’uomo trovato nei meandri del palazzo reale di Stoccolma ringraziò il Maestro ma si fermò e disse “non posso. E’ la regola. Io devo entrare per ultimo e dopo di me nessuno. Sono il re di Svezia”.
Si, quell’uomo che consentì a Luigi Pirandello di ritirare il Premio Nobel per la letteratura era proprio Gustavo V, il re di Svezia che a suo modo diventò protagonista di questa simpatica storia pirandelliana.