Storie e racconti di Sicilia

Gli specchi ustori di Archimede e la storia dell’Assedio di Siracusa

Tra i personaggi siciliani della storia ci occupiamo del matematico, fisico e inventore siracusano Archimede e in particolare della sua invenzione degli specchi ustori e della storia tra mito e leggenda del presunto utilizzo durante l’assedio di Siracusa da parte dei Romani.

Archimede fu uno dei più grandi scienziati della storia che con i suoi studi contribuì alla formulazione di varie leggi e principi come quello del galleggiamento dei corpi con l’enunciazione della storica esclamazione Eureka da parte di Archimede (origini e significato), il calcolo della superficie e del volume della sfera, i principi di funzionamento delle leve, l’invenzione di macchine e dispositivi come le leve di Archimede e molto altro.

Tra le invenzioni ci sono anche delle macchine da guerra che lo scienziato avrebbe ideato per difendere la sua Siracusa dall’assedio romano. Invenzioni come gli specchi ustori di Archimede che ancora fanno riflettere scienziati e studiosi sull’effettivo utilizzo e sulla presunta resa durante il conflitto con i Romani.

La storia degli specchi ustori di Archimede e il presunto utilizzo nell’Assedio di Siracusa

Nel corso della storia della Sicilia una delle pagine più importanti è rappresentata dalla dominazione greca con la nascita e la diffusione di diverse colonie greche che hanno lasciato tante tracce ancora visibili nel patrimonio storico e nella cultura della nostra isola.

Tra queste c’era la colonia di Syrakousai (Siracusa) fondata nel 734 a.C. dai Corinzi guidati da Archia. La più importante città greca in Sicilia che fu l’ultima ad arrendersi dinanzi all’avanzata dei Romani nel 212 a.C. Una data che dagli storici è indicata come quella della morte di Archimede avvenuta in circostanze poco chiare nell’estremo tentativo di difendere la sua città.

La città di Siracusa dopo la fine dell’alleanza tra i Siracusani e i Romani dovuta alla nuova alleanza dei primi con i Cartaginesi, nonostante vari tentativi di mediazione, si ritrovò implicata nella Seconda Guerra Punica.

Archimede, nel tentativo di difendere la sua città dall’assedio Romano guidato dalle truppe del console romano Marco Claudio Marcello (circa 214-212 a.C.), inventò e preparò la difesa utilizzando diverse armi belliche come la balista, la catapulta, lo scorpione, la manus ferrea (l’artiglio di Archimede) fino ad arrivare alla progettazione degli specchi ustori, delle grandi lenti realizzate da Archimede con l’intento di bruciare le navi nemiche attraverso la concentrazione della luce solare.

Tanti storici della Grecia antica come Polibio, Tito Livio e Plutarco hanno riportato nei loro testi l’utilizzo di particolari armi progettate da Archimede ma senza fare riferimento agli specchi. Altri studiosi alcuni secoli dopo come i romani Galeno e Cassio Dione Cocceiano, lo scrittore Luciano di Samosata e il bizantino Antemio di Tralle fanno riferimento ad un’arma chiamata proprio specchi ustori di Archimede.

Gli storici bizantini Giovanni Zonara e Giovanni Tzetzes nei loro testi descrissero la composizione di questa particolare arma. Secondo quando riportato gli specchi ustori di Archimede erano composti da 24 specchi piani orientati verso l’obiettivo posizionati in una figura esagonale su un graticcio ruotante su un palo fissato al terreno. La funzione dello specchio centrale più grande era quella di condurre il raggio solare verso la nave nemica.

Una storia che ha alimentato tante teorie tra mito e scienza che ancora appassionano diversi studiosi. I dubbi non mancano a partire dal fatto che le testimonianze arrivano solo da storici romani e bizantini e non da quelli greci che hanno vissuto l’epoca.

La funzione degli specchi ustori è scientificamente provata ma molti studiosi mettono in dubbio che possa aver riprodotto una temperatura così alta per far prendere fuoco delle navi (il legno ha una temperatura di autoignizione superiore ai 300 °C).

A partire dal Rinascimento fino agli anni recenti molti scienziati hanno provato a riprodurre la funzione degli specchi ustori di Archimede. Alcuni come Renato Cartesio la ritenne una notizia falsa, altri come Ioannis Sakkas nel 1973 provarono a riprodurre con alterne fortune il sistema di Archimede.

Negli anni recenti alcune trasmissioni televisive americane hanno provato l’esperimento ottenendo parziali risultati come un aumento della temperatura e l’accensione di una piccola fiammella ma senza ottenere la combustione.

Prima di Archimede altri studi sul tema furono realizzati da Diositeo. Probabilmente il mito degli specchi ustori di Archimede nasce dalla fusione di vari fatti storici che mescolano l’effettiva presenza di questa invenzione (definita come arma) con i presunti incendi di navi romane dovute più che altro all’utilizzo di altre tecniche. Dal mix è nato questo mito che da oltre 2000 anni appassiona storici e studiosi.

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