La storia e la descrizione dei Quattro Canti di Palermo
Andiamo alla scoperta di uno dei luoghi simbolo della città di Palermo: i Quattro Canti, attraverso le origini, i diversi nomi con cui viene chiamato, la storia e la descrizione della storica piazza che rappresenta il centro della città.
I Quattro Canti è il nome più conosciuto con cui viene chiamata la piazza che storicamente unisce le due principali vie di Palermo: via Maqueda e il Càssaro (Via Vittorio Emanuele), l’antica via di origine fenicia che collegava la città al mare, a pochi passi da piazza Pretoria (altro luogo simbolo della città).
All’incrocio di queste due grandi vie il centro storico di Palermo viene suddiviso in quattro parti, chiamati anche con il nome di mandamenti, un termine che nell’epoca moderna è stato utilizzato per chiamare le famiglie criminali appartenenti a certe zone.
Alla progettazione i Quattro canti di Palermo simboleggiavano la divisione in 4 parti della città in un vasto piano di riforma urbanistica del territorio. Ogni parte si rifaceva a delle distinte comunità ognuna delle quali storicamente aveva la propria Santa Patrona, le proprie abitudini, i propri commerci, in pratica quattro diverse città in una.
I Quattro Canti rappresentano rispettivamente: ad est la Kalsa (mandamento Tribunali), ad ovest il Capo o il Seralcadio (mandamento Monte di Pietà), a nord la Loggia (mandamento Castellammare) e a sud l’Albergheria (mandamento Palazzo Reale).
Le origini, i nomi e la storia dei Quattro Canti
A questa particolare piazza nel corso della storia sono stati assegnati diversi nomi a partire da piazza Villena (o Vigliena), in onore del viceré spagnolo don Juan Fernandez Pacheco de Villena a cui si deve il progetto di costruzione nei primi anni del 1600.
Tra gli altri nominativi attribuiti nel corso della storia ai Quattro Canti di Palermo ci sono anche Teatro del Sole, perché in ogni stagione almeno una delle facciate dei Quattro Canti è illuminata dal sole, e anche il nome di Ottangolo (o la versione di Ottagono del Sole) in riferimento alla forma geometrica ottagonale della piazza. Poi segnaliamo ancora i nomi di Occhio della Città e Teatro della Città, perché in quel luogo sono avvenute diverse manifestazioni cittadine nel corso della storia (in passato anche delle esecuzioni capitali).
Le origini della storia dei Quattro Canti di Palermo risalgono ai primi anni del ‘600 quando il viceré don Juan Fernandez Pacheco de Villena, dopo la sua nomina, affida all’architetto fiorentino Giulio Lasso il compito di provvedere alla sistemazione urbanistica della piazza e del centro cittadino.
Il progetto iniziale dell’architetto prendeva spunto dall’incrocio delle Quattro Fontane di Roma, opera realizzata sotto il pontificato di Papa Sisto V alla fine del ‘500.
La costruzione continuò per alcuni anni fino a quando alla morte di Giulio Lasso il suo posto venne preso dall’architetto palermitano Mariano Smiriglio che modificò parte dell’aspetto decorativo sostituendo le statue dei sovrani e delle quattro stagioni in bronzo con quelle in marmo.
Del progetto iniziale delle quattro statue in bronzo lo scultore palermitano Scipione Li Volsi realizzò solo quelle di Carlo V d’Asburgo (collocata dopo in piazza Bologni) e quella di Filippo IV (andata distrutta).
Le statue in marmo sono state realizzate negli anni successivi da Gregorio Tedeschi e Nunzio La Mattina, mentre le 4 fontane sono state aggiunte nell’800 per opera di Salvatore Bonomo per compensare il dislivello della piazza.
La descrizione dei Quattro Canti di Palermo
Nella descrizione dei Quattro Canti di Palermo ogni cantone è rappresentato da una facciata uniforme decorata da fontane, allegorie, intagli, nicchie, colonne, cornici e statue, suddivise rispettivamente in tre ordini (insieme al piano inferiore) che seguono un principio di ascensione passando dalla natura, al potere umano fino a quello divino.
Ciascuna delle 4 facciate presenta: al piano inferiore delle fontane che si rifanno ad uno dei fiumi dell’antica Palermo, a loro volta sormontate al primo ordine in stile dorico da statue di allegorie delle divinità greche che fanno riferimento alle quattro stagioni; al secondo ordine in stile ionico sono presenti le statue dei quattro re di Spagna; all’ultimo ordine nelle nicchie sono presenti le statue delle 4 Sante Patrone di Palermo, prima del passaggio a Santa Rosalia (la storia della Santuzza); infine in cima alla facciata spicca lo stemma del mandamento.
Nel dettaglio ecco la descrizione dei Quattro Canti di Palermo per ogni facciata e per ogni ordine:
- a nord per il cantone la Loggia (mandamento Castellammare): in basso la fontana dovrebbe rappresentare il fiume Papireto con la statua di Bacco che si rifà all’autunno; nel secondo ordine la statua di Filippo IV; al terzo la statua di Santa Oliva;
- ad est per il cantone la Kalsa (mandamento Tribunali): in basso la fontana del fiume Kemonia con la statua di Eolo che simboleggia l’inverno; nel secondo ordine la statua di Filippo III; infine la statua di Sant’Agata;
- a sud per il cantone dell’Albergheria (mandamento Palazzo Reale): in basso la fontana del fiume Oreto con la statua di Venere che rappresenta la primavera; nel secondo ordine la statua di Carlo V; in alto a seguire la statua di Santa Cristina;
- ad ovest per il cantone del Seralcadio/Capo (mandamento Monte di Pietà): in basso la fontana che si rifà all’antico fiume Pannaria con la statua di Cerere che raffigura l’estate; al secondo ordine la statua di Filippo II; al terzo la statua di Santa Ninfa.