Storie e racconti di Sicilia

La storia di Eloisa Martorana la “mamma” della frutta martorana

Conosciamo insieme chi era la nobildonna palermitana Eloisa Martorana con la sua storia che si lega alla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio e anche all’invenzione della gustosa frutta martorana. Nel giorno della festa dei morti in Sicilia nelle case non può mai mancare, un dolce della tradizione che racconta i legami con il passato e il ricordo di chi purtroppo non c’è più.

La versione più diffusa sulle origini e la storia della frutta martorana è quella legata alla leggenda sulla visita a fine ottobre di un vescovo o di un re (si fa il nome di Ruggero II) al monastero con le monache che si inventarono dei dolci frutti di pasta reale per abbellire il giardino e impressionare l’ospite. Sulle origini esiste però un’altra versione meno nota legata alla figura di Eloisa Martorana a cui sicuramente la “frutta” deve il nome.

La storia di Eloisa Martorana e la versione sulle origini della frutta martorana

Tra le storie e i racconti di Sicilia ci occupiamo di uno dei dolci tipici della pasticceria siciliana apprezzati da tutti noi: la frutta martorana, un dolce di pasta di mandorle bello da vedere ma soprattutto buono da gustare che fa parte delle cose che si mangiano il giorno dei morti (menu tradizionale).

Le origini di questo dolce sono in parte legate alla storia della nobildonna palermitana Eloisa Martorana, da cui sicuramente ha preso il nome.

Eloisa Martorana era una nobildonna vissuta in piena epoca normanna tra il XII e il XIII secolo. Nel corso della sua vita si è sempre occupata degli ultimi e dei più deboli fino al punto di decidere di fondare nel 1194, insieme al marito Goffredo, un convento per accogliere i tanti bambini abbandonati nei pressi della chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio nel centro di Palermo.

Un giorno, tra le varie attenzioni rivolte ai più piccoli, decise di omaggiare i bambini più bravi donando dei particolari dolci a forma di frutta realizzati con la pasta di mandorle. Le origini della pasta di mandorle sono legate alla dominazione araba, infatti, questa ricetta le venne suggerita da una donna araba presente nel convento.

Il tocco di Eloisa Martorana però fu quella di realizzare dei dolci a forma di frutta e di colorarla per farli sembrare ancora più simili.

Dopo la morte della nobildonna le monache del convento decisero di ricordare la tradizione realizzando dei cesti pieni di frutta martorana colorata proprio nel giorno della commemorazione dei defunti , dicendo ai bambini che era stata proprio Eloisa a donarli.

Una versione meno conosciuta rispetto a quella del “giardino abbellito” ma il legame tra i dolci e la storia di Eloisa Martorana è fondato su basi certe e proprio a lei spetta l’appellativo di “mamma”.

Come testimonia il nome della frutta e della chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio che nel 1433 ricevette in dono dal sovrano Alfonso d’Aragona il vicino convento fondato dalla nobildonna. Da allora la chiesa, difatti, è conosciuta da tutti i palermitani come la chiesa della Martorana.

error: