Storie e racconti di Sicilia

La storia del dipinto dello Spasimo di Sicilia di Raffaello

Tra i racconti che riguardano la nostra isola riportiamo la storia del dipinto dello Spasimo di Sicilia realizzato dal grande pittore Raffaello Sanzio, protagonista del Rinascimento italiano.

Anche la Sicilia, infatti, poteva e doveva avere un’opera del maestro di Urbino. La storia di quel dipinto però è ricca di vicissitudini tra viaggi tormentati, cessioni ed espropri che hanno portato via il dipinto di Raffaello dalla chiesa dello Spasimo del quartiere Kalsa di Palermo (chiamata in origine con il nome di chiesa di Santa Maria degli Olivetani).

Questi fatti si sommano ai misteri sulla versione dello Spasimo esposta al museo Diocesano di Caltanissetta che continua ad alimentare dubbi e leggende.

Il nome originario dell’opera è Andata al Calvario, un olio su tavola (poi trasferito su tela) realizzato da Raffaello Sanzio e, secondo diversi studiosi, da alcuni aiutanti della sua scuola intorno al 1517.

L’opera era stata commissionata dal monastero olivetano di Santa Maria dello Spasimo, da questo particolare prende spunto il nome di Spasimo di Sicilia con cui è conosciuta in tutto il mondo.

Nel dipinto, che riporta in primo piano su una pietra la firma dell’autore “Raphael Urbinas”, si descrive il momento in cui Gesù si avvia verso il calvario circondato dai soldati e da Maria insieme a Maddalena e ad altre donne.

Raffaello trasmette nel dipinto una scena molto espressiva in cui Gesù, dopo la caduta dovuta al peso della croce, cerca con lo sguardo il sostegno della madre che, tra lo sgomento generale, prova ad offrirgli un soccorso stendendo le mani.

Anche la Sicilia poteva avere un Raffaello: la storia del quadro dello Spasimo di Sicilia

Questo dipinto in cui si nota tutta l’espressività dell’arte di Raffaello porta con sé una storia fatta di misteri e vicissitudini che hanno accompagnato l’opera nel suo tormentato viaggio verso la Sicilia.

La storia di questo dipinto è descritta dallo studioso Giorgio Vasari che nel libro dedicato a Raffaello riporta il ricevimento dell’ordine e la successiva esecuzione dell’opera.

Il dipinto venne realizzato a Roma e, dopo averlo terminato, venne spedito via mare verso Palermo a bordo di un’imbarcazione che però non arrivò mai a destinazione a causa di un naufragio.

L‘opera, come racconta Vasari, venne incredibilmente recuperata a Genova senza riportare nessun danno. Vasari a riguardo disse “sino alla furia de’ venti e l’onde del mare ebbono rispetto alla bellezza di tale opera”.

Il quadro e il miracoloso ritrovamento attirarono sempre di più i genovesi, così che i committenti dell’opera dovettero chiedere al Papa Leone X di intercedere per riaverla.

Dopo una una serie di trattative il dipinto di Raffaello arrivò finalmente a Palermo e venne posizionato nella chiesa dello Spasimo su una cornice marmorea realizzata dallo scultore siciliano Antonello Gagini.

La storia di questo quadro però non si ferma; infatti, dopo un secolo nel’600 il dipinto venne venduto o secondo alcune versioni donato dal viceré siciliano al Re Filippo IV di Spagna che decise di collocarlo all’interno del monastero dell’Escorial a Madrid.

Le peripezie di questo quadro continuano nell’800 con Napoleone che lo porta con sè a Parigi durante le note spoliazioni napoleoniche (in questi anni il dipinto viene trasferito dal supporto della tavola alla tela).

Dopo la fine dell’era napoleonica il dipinto tornò in Spagna e ora fa parte della collezione espositiva del Museo del Prado di Madrid.

I monaci dello Spasimo, dopo la firma dei Patti lateranensi, avviarono una rivendicazione nel confronti della Spagna per riportare il dipinto in Sicilia ma tutto questo non riportò l’opera nella sua collocazione originale a Palermo.

I misteri sulla versione dello Spasimo del Museo Diocesano di Caltanissetta

Il dipinto dello Spasimo di Sicilia di Raffaello nella storia dell’arte ha generato una serie di copie e di varie versioni presenti in giro per l’Italia e l’Europa eseguite da diversi artisti di varie epoche come Luca Giordano, Antonello Crescenzio, Agostino Veneziano, Mario Minniti, Filippo Paladini, Zoppo di Gangi e tanti altri.

In Sicilia, tra le tante, meritano attenzione la versione di Jacopo Vignerio visibile nella chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata di Catania e una esposta al museo Diocesano di Caltanissetta.

Quest’ultima versione dello Spasimo di Sicilia ha alimentato nuovi dubbi e misteri sull’opera perché riporta la firma R.Urbinas e si avvicina molto a quella del museo del Prado di Madrid.

In tanti hanno creduto e alimentato il fatto che l‘originale versione dello Spasimo di Sicilia realizzata da Raffaello non avesse mai abbandonato l’isola.

Le recenti analisi del dipinto hanno indotto gli studiosi ad affermare che la versione del museo Diocesano di Caltanissetta si tratta di una copia attribuita a Polidoro da Caravaggio (allievo di Raffaello) o ad uno della sua bottega.

Nonostante le analisi i misteri sullo Spasimo di Sicilia continuano.

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