La storia di Grammichele e della sua forma a pianta esagonale
Nella sezione dedicata alle storie e ai racconti siciliani segnaliamo le origini di Grammichele, una cittadina di poco meno di 15 mila abitanti in provincia di Catania che possiede una caratteristica quasi unica: la sua forma a pianta esagonale.
Grammichele è una città che sorge sui Monti Iblei, nel sud-est della Sicilia, a pochi chilometri da Caltagirone e da altri centri molto conosciuti del Val di Noto. La storia di Grammichele è legata, così come quella di tante altre località vicine, al tremendo terremoto del Val di Noto del 1693 che distrusse il vecchio borgo di Occhiolà.
Dalle rovine di Occhiolà venne costruita l’attuale Grammichele con un progetto di architettura razionale a pianta esagonale; una sorta di città ideale del ‘700 per resistere ed affrontare al meglio gli eventi sismici.
Le origini della forma a pianta esagonale della città di Grammichele
Il terremoto del Val di Noto del 1693 ha cambiato la storia di tanti centri nel sud-est della Sicilia. Tra le tante città distrutte c’è anche il piccolo borgo medievale di Occhiolà che venne ricostruito a circa 2 km più a sud partendo da una base a pianta esagonale grazie al volere del Principe Carlo Maria Carafa e su progetto dell’architetto Fra’ Michele da Ferla.
Nel museo civico, situato all’interno del Palazzo Comunale di Grammichele, è custodita la “Lastra d’Ardesia” su cui all’epoca è stata incisa la prima pianta della nuova città di Grammichele da parte del benefattore Carlo Maria Carafa e dell’architetto Fra’ Michele da Ferla.
Una particolare pianta che viene continuamente studiata nelle facoltà di architettura di tutto il mondo per la sua forma. Una sorta di città ideale, un po’ come quelle costruite nel Rinascimento, ideata per difendersi da nuovi eventi sismici.
L’impianto urbano di Grammichele si dipana da una grande piazza, anch’essa a pianta esagonale, da cui da ogni lato prendono il largo sei grandi vie principali (chiamati sestieri) lungo le quali sono collocate delle piazze più piccole (nella foto Grammichele vista dall’alto).
Un progetto di città antisismica con le strade principali che sono larghe ben 10 metri e tante piccole piazze che dovevano servire come i nostri attuali “punti di raccolta” in caso di emergenza. Oltre alla particolare forma esagonale sono tanti gli aspetti inusuali rispetto all’epoca caratterizzata dai borghi e dai centri storici con stradine e piccoli vicoli.
Sono pochi gli esempi di architettura urbana del genere in Italia e nel mondo. In Sicilia, nel siracusano, è presente la città di Avola, anch’essa costruita dopo il terremoto del 1693 con una pianta esagonale ma con una piazza squadrata. In Italia c’è anche il caso della fortezza di Palmanova, di epoca precedente, che potrebbe aver ispirato i progettisti della nuova Grammichele, anche se ha una forma a pianta poligonale a stella con 9 punte.
La piazza di Grammichele a forma esagonale, così come l’intero centro abitato, è una delle piazze più affascinanti d’Italia grazie alla sua forma e ai suoi oltre 8000 mq.
La piazza, intitolata al Principe benefattore Carlo Maria Carafa, custodisce la chiesa Madre di San Michele, il Palazzo Comunale, una statua di bronzo in onore del Principe e un grande orologio solare orizzontale.
Al centro della piazza è collocata la grande statua monumentale dello Gnomone di Murat Cura che ha sostituito la vecchia meridiana e che continua ad indicare le ore, i solstizi, gli equinozi e lo zodiaco.