La storia dell’incontro tra Robert Capa e Camilleri alla Valle dei Templi
Tra le storie e gli aneddoti accaduti nel corso degli anni in Sicilia riportiamo quella dell’incredibile incontro tra il fotografo Robert Capa e il giovane Andrea Camilleri all’interno della Valle dei Templi, dinanzi al Tempio della Concordia, durante l’avanzata degli Alleati in Sicilia.
Un incontro quasi per caso tra il diciottenne Camilleri e Robert Capa, uno dei fotoreporter più importanti della storia che ha raccontato le fasi dello Sbarco degli Alleati in Sicilia e altri avvenimenti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Robert Capa, originario dell’Ungheria ma naturalizzato americano, attraverso l’attività di fotoreporter è riuscito a documentare tutti gli aspetti di diverse guerre nel corso della sua vita, a partire dal secondo conflitto mondiale con diverse fotografie che raccontano le fasi cruciali tra il Nord Africa, l’arrivo in Sicilia, lo sbarco in Normandia e la liberazione della città di Parigi.
Il noto fotoreporter arrivò in Sicilia non con le navi durante lo sbarco degli Alleati ma con il paracadute dopo un rocambolesco atterraggio su un albero in cui rimase per l’intera nottata.
Robert Capa in Sicilia, tra diverse fotografie che sono passate alla storia (come quella del soldato e del contadino siciliano), è protagonista di un incontro molto particolare con un giovane siciliano dinanzi ad una delle meraviglie del patrimonio culturale della nostra isola.
Il racconto dell’incredibile incontro tra Robert Capa e Camilleri alla Valle dei Templi
Robert Capa documentò quel periodo, oltre che con i diversi scatti, anche con un libro-diario di quelle fasi dal titolo Slightly out of focus.
Nella sua breve vita (morì per una mina durante la prima guerra d’Indocina) però non venne a sapere che durante il periodo in Sicilia incontrò un giovane che nel corso dei decenni sarebbe diventato uno degli scrittori italiani più importanti, papà del Commissario Montalbano.
Questo particolare aneddoto è stato raccontato dallo stesso Andrea Camilleri in varie interviste e in parte rievocato in un racconto dello stesso scrittore dal titolo “Una corsa verso la libertà”, inserito all’interno del libro “La volata di Calò” di Gaetano Savatteri.
Il Maestro Camilleri racconta che nel periodo dello sbarco del luglio 1943 si era recato con la madre a Serradifalco (in provincia di Caltanissetta), mentre il padre era rimasto a Porto Empedocle.
Dopo qualche giorno il giovane Camilleri, nella fase di continua avanzata degli Alleati in Sicilia, recuperò una bicicletta e decise di andare a vedere che fine aveva fatto il padre.
Una volta arrivati a Porto Empedocle, dopo un lungo tragitto tra immagini di guerra, si rassicurò delle condizioni del padre e riprese la bici per tornare dalla madre a Serradifalco per raccontarle che il padre non aveva subito nessuna ripercussione.
Nel tragitto decise di fare una sosta nella Valle dei Templi di Agrigento per rassicurarsi che i templi non avessero riportato nessun danno. Proprio dinanzi alla meraviglia del Tempio della Concordia, dopo averlo visto tutto intatto, vide un soldato americano in divisa alle prese con una serie di macchine fotografiche nell’intento di trovare la migliore angolatura per catturare questa meraviglia.
In quei frangenti due caccia di guerra avversari duellarono sopra le loro teste con il fotografo-soldato che, a pancia in aria, invece di ripararsi scattò una serie di fotografie per catturare il momento come se avesse una mitragliatrice in mano.
Il giovane Camilleri, da sempre curioso, dopo aver scampato il pericolo iniziò a dialogare con il soldato in una lingua a metà tra lo spagnolo e il siciliano. Nel salutarsi decisero di scrivere i propri nomi in un foglietto per ricordarsi ognuno dell’altro.
Camilleri, dopo essere rientrato a casa della madre a Serradifalco qualche giorno dopo controllò quel foglietto e si accorse che il nome del soldato-fotografo americano era proprio quello di Robert Capa.