Storie e racconti di Sicilia

La storia di Philosophiana (Sofiana): l’antica città Romana scomparsa

Tra i siti archeologici della Sicilia andiamo a scoprire la storia, le origini e dove si trova l’antica città Romana di Philosophiana o Sofiana, un centro dell’era imperiale scomparso lentamente nel corso della storia.

Un sito (foto dell’area archeologica del parco di Morgantina) di cui in pochi conoscono la presenza ma che rappresenta una pagina di storia della Sicilia durante il periodo Romano e non solo. Il centro, infatti, è stato abitato sin dall’età del Bronzo ma con l’avvento di Roma diventò un importante città “statio” in Sicilia, fino al lento declino e all’abbandono durante l’epoca Normanna.

La storia dell’antica città Romana di Philosophiana (Sofiana) e dove in trova in Sicilia

Tra le curiosità e gli aneddoti della storia siciliana ci occupiamo dell’antica città Romana di Philosophiana, conosciuta anche con il nome di Sofiana. Un centro abitato che durante l’epoca Romana diventò uno degli snodi più importanti della Sicilia sud-orientale.

La città di Philosophiana si trova nei pressi delle campagne dell’odierna Mazzarino, un piccolo paese della provincia di Caltanissetta situato in una posizione strategica per gli affari della Roma di un tempo.

L’area archeologica di Sofiana (attualmente visitabile solo su prenotazione) è chiamata dagli abitanti della zona con il nome di “Pitrusa” per via dei primi mattoni e delle prime pietre ritrovate. Proprio per questi primi ritrovamenti casuali è stata soggetta di studi a partire dagli anni ’50 con diverse campagne di scavi che hanno dato alla luce vari reperti e un complesso urbano composto dalle terme, dalle domus, dalla Basilica, dai nuclei abitativi, da una cinta muraria e dalle varie necropoli intorno al centro abitato.

Nel corso delle varie campagne sono stati recuperati reperti di varie epoche che testimoniano che l’area era abitata sin dall’età del Bronzo. Dagli scavi è stata “ricostruita” la storia di Sofiana a partire dall’origine del nome Philosophiana che è stato rinvenuto su dei laterizi che riportavano il bollo Phil Soph. Probabilmente il nome del primo proprietario del latifondo originario a cui gli era stato assegnato il titolo di Philosophus, una personalità di alto rango nella Roma imperiale.

I vari reperti documentano una presenza dell’uomo durante l‘età arcaica (VI secolo a.C.), l’età Timoleontea (come la vicina Gela) e anche la presenza della colonia greca di Siracusa con alcune monete dell’epoca di Gerone II.

Il centro di Philosophiana però conobbe il periodo di maggior splendore durante l’Impero Romano dove prima divenne una mansio romana (una sorta di stazione di riposo e transito per i viaggiatori dell’epoca), per poi toccare l’apice nell‘età di Augusto diventando uno dei più importanti siti di produzione del grano.

L’importanza di Sofiana è dovuta fondamentalmente per la sua posizione, infatti, l’antico centro urbano si trova al centro dell’antica strada che collegava due dei porti siciliani più importanti dell’epoca: quelli di Catania e Agrigento che facevano parte dell’Itinerarium Antonini. Inoltre a linea d’aria il centro si trova a circa 6 km dalla Villa Romana del Casale di Piazza Armerina in mezzo ad una serie di piccole e medie alture a sud del fiume Gela, un centro abitato realizzato in una zona molto ricca di fonti d’acqua che rendeva i terreni particolarmente fertili.

Nel corso dell’età Romana il centro urbano di Philosophiana ha avuto una serie di alti e bassi fino a quando nel IV secolo venne nominata una città “statio” Romana operando fino all’VIII secolo d.c. anche dopo la caduta dell’Impero.

Altri studi hanno confermato la presenza in zona anche durante la dominazione Araba, prima di una lenta ripresa nel periodo Normanno durante l’età federiciana che anticipava la fase di declino fino all’abbandono del centro urbano datato intorno al XIII secolo.

Tanti dei reperti che hanno permesso di ricostruire la storia di Philosophiana sono esposti nel museo archeologico di Gela anche se purtroppo la zona è stata frequentata da vari “tombaroli” negli anni recenti.

Una storia tutta da conoscere con un sito archeologico che meriterebbe maggiore attenzione, soprattutto in termini di tenuta e valorizzazione, da parte degli enti preposti.

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