Storie e racconti di Sicilia

La storia della statua della fontana dell’elefante di Catania

A Catania nel cuore di piazza Duomo è presente la fontana dell’elefante su cui spicca la statua del Liotru, due diversi monumenti dalla storia e dalle origini differenti che insieme rappresentano la commistione dei simboli della fede e del paganesimo della città.

Nel corso della storia della città l’elefante è diventato il simbolo di Catania (i motivi). Un legame molto antico tra la città e questo animale inusuale per il nostro territorio nell’epoca moderna ma non cosi per quanto riguarda la preistoria, come documentato da vari ritrovamenti di vari esemplari elefanti nani.

Le origini della statua sono molto incerte; alcuni studiosi le fanno risalire al periodo della dominazione bizantina; infatti si intrecciano al racconto della leggenda del Mago Eliodoro secondo la quale la statua fosse stata realizzata proprio dalle mani di questo personaggio storico della tradizione catanese.

Sono diverse le fonti sulle possibili origini di questa statua di basalto nero sulle quali gli studiosi si confrontano da secoli; da possibile simbolo di una presunta vittoria dei catanesi su un imprecisato popolo di origine libica (mai provata), a statua ornamentale di un antico circo di epoca romana.

Tra le tesi più attendibili (ma che non chiariscono le origini della statua) c’è quella dello storico geografo arabo Idrisi che durante un suo viaggio in Sicilia nel XII secolo riportò la presenza della statua, assegnandole delle origini incerte tra la dominazione cartaginese o quella bizantina.

Il geografo, tra le righe, confermò però l’utilizzo della statua dell’elefante come un simbolo magico, in grado di difendere la città dalle invasioni e dalle eruzioni dell’Etna.  

Le origini della fontana dell’elefante di piazza Duomo a Catania

Nei primi anni del ‘700 nell’opera di ricostruzione della città di Catania, dopo il terremoto del Val di Noto del 1693, si affidò all’architetto palermitano Giovanni Battista Vaccarini il progetto di costruire una fontana su cui collocare al centro la statua dell’elefante.

L’architetto, forse ispirato secondo alcuni dall’opera dell’Obelisco della Minerva a Roma di Gian Lorenzo Bernini, realizzò una fontana su vari livelli a partire dalla vasca in marmo bianco al cui interno è collocato un basamento, sempre in marmo bianco, sul quale sono stati scolpiti alcuni putti e le statue allegoriche che si rifanno ai due fiumi di Catania: il Simeto e l’Amenano (con la vicina fontana situata al lato esterno di piazza Duomo).

Su questo basamento è posizionata la statua dell’elefante, restaurata dall’architetto Vaccarini che gli aggiunse gli occhi e le zanne in pietra bianca, con la proboscide rivolta verso la Cattedrale di Sant’Agata.

I lati della statua dell’elefante presentano una cosiddetta gualdrappa marmorea sulla quale sono scolpiti in bassorilievo gli stemmi civici della città. Al centro della statua si innalza un obelisco in granito di Syene che raggiunge un’altezza di 3,61 metri, risalente all’epoca egizia (datazione incerta) di cui si notano alcune decorazioni di figure di stile egizio.

Secondo alcuni studiosi rappresenta una delle due mete dell’antico Circo Romano della città (i resti dell’altra si trovano nel cortile del Castello Ursino).

In alto sull’obelisco sono posizionati un globo e una serie di simboli che fanno riferimento alla figura di Sant’Agata. La sfera, infatti, è circondata da una corona composta da foglie di palma raffigurante il martirio e da un ramo di gigli che simboleggia la purezza.

Sopra, su una tavoletta in metallo che precede la croce, è riportata l’iscrizione MSSHDEPL, sempre dedicata alla Santa Patrona della città con la quale si fa riferimento alla frase “Mente sana e sincera, per l’onore di Dio e per la liberazione della sua patria”.

La fontana dell’elefante di Catania in pratica rappresenta un’antica unione dei simboli della città tra fede e paganità.

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