La storia e le tradizioni delle neviere siciliane e dei nivaroli
Tra le storie che raccontano le tradizioni e i mestieri di un tempo ci occupiamo delle cosiddette neviere siciliane e del lavoro dei nivaroli, una sorta di congelatore naturale del passato presente sin dal periodo del Medioevo che consentiva di conservare il ghiaccio per l’estate per usi alimentari e legati alla medicina.
Intorno al lavoro dei nivaroli c’erano tutta una serie di riti, tecniche e usanze per conservare al meglio la neve invernale e sperare di poterla utilizzare nelle stagioni più calde. Le neviere erano considerate quasi come dei luoghi di culto, a testimonianza dell’importanza economico-sociale e la necessità di avere del ghiaccio durante tutto l’anno.
La storia e le origini delle neviere siciliane
La Sicilia non è una terra di solo mare, infatti, sono diverse le catene montuose siciliane che raggiungono anche determinate altezze di un certo rispetto. A riguardo non mancano una serie di aneddoti e di storie legate alle montagne, come quella delle neviere siciliane e dell’antico mestiere dei nivaroli.
Le neviere sono delle grandi buche usate sin dal Medioevo (a partire dall’XI secolo) per la conservazione del ghiaccio. Si tratta di grandi fossi naturali o realizzati dall’uomo dai 3 ai 6 metri di profondità che presentano tutto intorno dei mattoncini o dei muri in pietra a secco e una piccola scaletta per accedere fino in fondo. In passato l’uomo costruiva queste strutture nei pressi di determinate aree in cui la forza del vento era in grado di accumulare la neve.
In giro per le montagne siciliane dai Nebrodi alle Madonie, dai Monti Peloritani ai Monti Sicani, dall’Etna ai Monti Iblei è ancora possibile ammirare le neviere di varie grandezze e forme. Nei secoli le strutture si trasformarono e in alcuni zone vennero realizzate delle coperture con delle cupole che rimandano alla forma dei dammusi in pietra per una migliore conservazione.
La storia delle neviere si intreccia con le origini e la creazione della prima granita siciliana che poi nei secoli è diventata uno dei must tra i prodotti tipici siciliani.
Le tradizioni del passato: il mestiere dei nivaroli
Il mestiere dei nivaroli si occupava proprio di realizzare queste grandi buche e di conservare il ghiaccio che poi in estate veniva portato lungo le zone costiere. Una vera e propria impresa del ghiaccio creata con l’ingegno dell’uomo e sfruttando le risorse della natura senza nessun tipo di abuso. Il ghiaccio, infatti, era un prodotto molto richiesto, soprattutto dalle famiglie nobili per arricchire i banchetti e non solo.
Il lavoro dei nivaroli prevedeva una serie di riti e di tecniche di preparazione a partire dalla pulizia delle fosse prima dell’arrivo della neve invernale.
Le neviere venivano rivestite con del fieno e delle foglie di felci. Dopo l’arrivo della prima neve si batteva con delle pale per compattarla, eliminando l’acqua e l’aria per avviare il processo di trasformazione in ghiaccio (come si può vedere nella foto dell’epoca). Questa tecnica consentiva di creare un grande blocco di ghiaccio. Le neviere siciliane alla fine venivano ricoperte da altre foglie e dalla terra che insieme riuscivano a creare l’isolamento termico necessario affinché il ghiaccio non si sciogliesse.
Le neviere siciliane realizzate nei pressi dell’Etna utilizzavano altre tecniche tramite l’utilizzo di cenere vulcanica e la conservazione in delle grotte vulcaniche presenti lungo la zona.
Una grande opera d’ingegno che veniva completata durante l’arrivo della bella stagione con l’estrazioni di grandi blocchi di ghiaccio che, ricoperti da foglie di felci e paglia, venivano trasportati dai muli siciliani.
Le strutture delle neviere siciliane rappresentano una pagina della nostra storia, da tutelare e valorizzare per far conoscere le tradizioni del passato. Delle strutture molto importanti anche per il sostentamento economico e sociale testimoniato dalla venerazione e dalla presenza di varie chiese consacrate alla Madonna della Neve.