Storie e racconti di Sicilia

Le tappe e gli aneddoti del viaggio in Sicilia di Goethe

Uno dei viaggiatori più conosciuti dell’epoca del Grand Tour è il tedesco Johann Wolfgang von Goethe che durante il suo lungo viaggio in Italia fece tappa per più di 40 giorni anche in Sicilia visitando diversi luoghi tra bellezze naturali, testimonianze archeologiche dell’era classica e le città siciliane più influenti.

Goethe era uno scrittore, poeta e drammaturgo tedesco che come tanti altri studiosi e aristocratici a partire dal ‘600 andarono alla scoperta della storia, del patrimonio culturale e naturalistico dell’Italia attraverso il cosiddetto Grand Tour (origini e significato).

Durante tutto il viaggio Goethe arricchì le pagine del suo diario che però non conteneva solo la descrizione delle meraviglie incontrate lungo le varie tappe. Infatti, tra le pagine ci sono anche tanti commenti sulle strutture in cui alloggiava (come un novello utente di TripAdvisor), sulle pietanze consumate e sugli incontri con le persone dei luoghi che sono ricchi di aneddoti curiosi. Non mancano critiche sullo stato di alcuni luoghi e osservazione varie.

Goethe e il suo viaggio in Italia

Il tedesco per il suo Grand Tour in Italia partì dalla cittadina termale di Karlsbad (in Repubblica Ceca) verso il Brennero il 3 settembre 1786, sotto un falso nome con un passaporto che riportava il nome di tale Philipp Moller per viaggiare nell’anonimato ed evitare ogni tipo di rogne.

Dal Brennero iniziò a visitare le città del nord-est (Venezia, Verona e Padova) proseguendo con diverse fermate in giro per l’Italia centrale verso Bologna, Firenze, Spoleto fino ad arrivare a Roma in cui si fermò la prima volta per quasi 4 mesi. Dopo la visita di Napoli e Caserta decise di andare in Sicilia accompagnato dal pittore e designatore tedesco Christoph Heinrich Kniep.

Il viaggio in Italia di Goethe, dopo gli oltre 40 giorni in Sicilia, proseguì con delle nuove tappe a Napoli e Roma. In totale il viaggio iniziato il 3 settembre del 1786 proseguì con un nuovo ultimo soggiorno a Roma fino al 18 giugno del 1788. Durante questa seconda sosta a Roma lo scrittore tedesco si dedicò ai suoi scritti.

Da questa avventura Goethe diede alla stampa nel 1816 il libro Viaggio in Italia (in tedesco Italienische Reise), diviso in due volumi, che racconta questo lungo viaggio. Lo stesso Goethe sui motivi che lo hanno spinto ad effettuare questa avventura dichiarava “lo scopo di questo mio magnifico viaggio non è quello d’illudermi, bensì di conoscere me stesso nel rapporto con gli oggetti.”

Nei due volumi una parte è dedicata al viaggio in Sicilia, una terra che colpì l’animo di Goethe che lascio varie dediche d’amore che ora sono tra gli aforismi più usati quando si parla della Sicilia.

«La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita».

Il viaggio in Sicilia di Goethe: le tappe e i luoghi visitati

Goethe arrivò in Sicilia partendo da Napoli con una nave che dopo alcuni giorni di viaggio lungo il Mar Tirreno arrivò a Palermo il 2 aprile 1787.

Il tedesco affrontò il viaggio in Sicilia con l’amico Kniep, un disegnatore che nelle diverse tappe sull’isola lo aiutò con diversi schizzi che raccontavano le bellezze incontrate nelle varie località. Lo stesso Goethe, in un passo del saggio, ringrazia la provvidenza per aver mandato Kniep ad accompagnarlo nel suo viaggio in Sicilia.

Il viaggio nell’isola iniziò il 2 aprile del 1787 con l’arrivo a Palermo e si concluse il 15 maggio con l’ultima tappa a Messina. Nel viaggio Goethè toccò circa 15 tappe tra i luoghi più rappresentativi dell’epoca sotto il punto di vista della natura, del patrimonio culturale e della storia della Sicilia.

A Palermo rimase impressionato dal Monte Pellegrino che definì “il più bel promontorio del mondo”, passeggiò lungo il caratteristico centro storico della città tra le stradine e i palazzi dell’antica via del Càssaro, andò sulle tracce del Genio di Palermo e di Santa Rosalia e rimase impressionato dal cielo sopra la città.

Da Palermo si spostò a Bagheria per visitare Villa Palagonia con le sue sculture di figure mostruose. Il giorno dopo visitò Monreale, ma stranamente invece di visitare il Duomo si fermò a visitare il monastero di S. Martino (anche a Palermo saltò la visita al palazzo Reale e alla Cappella Palatina).

Il viaggio di Goethe in Sicilia proseguì verso Alcamo per visitare la vicina Segesta con il Tempio, poi continuò verso Castelvetrano con le rovine e i paesaggi di Selinunte. Il tour proseguì tra le campagne di Sciacca fino ad arrivare ad Agrigento con la visita del centro storico di Girgenti e le meraviglie dell’antica Akragas della Valle dei Templi, in cui rimase impressionato da certi panorami primaverili “mai in tutta la vita ci fu dato godere una così splendida visione di primavera come quella di stamattina al levar del sole…”

Dopo Agrigento Goethe si diresse verso Caltanissetta tra campi di grano e valli calcaree per poi fare arrivo a Castrogiovanni (l’odierna Enna) tra i campi in cui scorre il fiume Salso e l’alto monte che ospita il centro cittadino. Da Enna si continuò verso Catania con la visione del centro storico barocco, la visita sull’Etna e dei faraglioni di Aci Trezza.

Tra le ultime tappe del viaggio in Sicilia c’è la città di Taormina di cui Goethe rimase ammaliato dal panorama dell’Etna e della costa jonica fino a Siracusa ammirato dal Teatro Antico di Taormina che definì “il più grande capolavoro dell’arte e della natura”.

A proposito di Siracusa era una delle tappe previste ma per motivi di trasferimenti e di nuove esigenze non venne visitata. Prima della ripartenza verso Napoli il viaggiatore tedesco si fermò a Messina visitando la città distrutta da uno dei tanti violenti terremoti.

Questo saggio sin dall’epoca ha influenzato tanti viaggiatori e ancora oggi rappresenta uno dei motivi per cui tanti tedeschi ogni anno decidono di visitare l’Italia e la Sicilia.

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