Storie e racconti di Sicilia

Il treno espresso della Freccia del Sud: la storia e le fermate

Nel viaggio della memoria andiamo a scoprire la storia che si cela dietro al treno espresso della Freccia del Sud, uno dei diversi treni che dagli anni ’50 fino ai primi anni 2000 collegavano la Sicilia al Nord Italia.

Non era un semplice treno qualsiasi ma la Freccia del Sud (nella foto una delle ultime versioni) è il racconto di una pagina della storia della Sicilia e di tutto il Meridione d’Italia. Quelle carrozze raccontano vite, speranze, delusioni e momenti di tristezza; tante storie di siciliani che alla ricerca di un futuro lavorativo più stabile sono partiti verso le grandi città industriali del Nord.

Un tema ancora purtroppo attuale anche se pochi ne parlano, anzi in parte peggiorato che la cancellazione di questi treni, sostituiti dagli autobus e dagli aerei low cost, non ha certo fermato.

Un viaggio nella memoria: la storia e i racconti del treno espresso della Freccia del Sud

Tra le storie e i racconti di Sicilia ecco quello sulla Freccia del Sud, uno dei treni delle Ferrovie dello Stato che collegavano la Sicilia al Nord Italia nella seconda parte del Novecento a partire dall’istituzione nel 1953 fino alla definitiva soppressione arrivata intorno al 2010.

Un viaggio infinito, inizialmente proposto con partenza da Milano fino a Palermo e Siracusa ma che poi con l’attivazione di nuove linee è arrivato fino alla città di Agrigento. Nei primi anni ’50 la tratta Milano – Palermo di 1546 km veniva percorsa nel tempo stimato di 23 ore e 55 minuti, mentre per Siracusa la durata si abbassava in 22 ore e 55 minuti (1496 km).

Il lungo tragitto era un carico di emozioni: dal saluto alla propria terra al passaggio dello Stretto di Messina nel traghetto; dall’ultima arancina al caffè caldo e poi ore e ore a guardare nel vuoto dal finestrino.

In pratica il viaggio non era solo fisico con tutte le relative stanchezze e preoccupazioni per un futuro incerto ma anche mentale come una seduta infinita da uno psicoterapeuta tra sogni, bisogni, abbandoni e cruda realtà da affrontare.

Un treno che racconta una pagina di storia dell’Italia Meridionale: anni di emigrazione, di valigie di cartone, di famiglie “spostate” da una parte all’altra dell’Italia alla ricerca del progresso sociale. E poi ancora gli anni del boom economico, dell’industrializzazione del Nord con la Fiat sempre più alla ricerca di operai e delle poche briciole per la Sicilia che si è dovuta “accontentare” di qualche stabilimento che ha solo deturpato il territorio e che alla lunga sarà destinato a sparire.

Tematiche ben trattate dal film Italiani (1996) di Maurizio Ponzi che è ambientato proprio in uno dei viaggi di questi treni carichi di speranze. Inoltre non a caso al grande velocista pugliese Pietro Mennea gli è stato assegnato proprio il soprannome di “freccia del Sud” per le sue doti nella corsa e per la sua storia comune a tanti italiani del Sud.

Gli altri treni direttissimi, le fermate e l’epilogo finale

La Freccia del Sud non era l’unico treno che collegava la Sicilia al Nord. Negli anni, vista la grande richiesta, si aggiunsero altri treni direttissimi di lunga percorrenza come il Treno del Sole e successivamente il Treno dell’Etna e il Mongibello (da uno dei nomi dell’Etna) che collegavano Siracusa, Catania e Palermo con la città di Torino; la Freccia della Laguna che invece arrivava a Venezia; il treno della Conca d’Oro che collegava Siracusa e Palermo a Roma e poi ancora negli anni più recenti i treni espressi della Trinacria, il Peloritano e Il Gattopardo.

Durante il boom degli anni ’60 il convoglio del treno arrivava fino a 19 carrozze tra cuccette e posti a sedere anche negli sgabelli situati lungo il corridoio che chi ha viaggiato almeno una volta difficilmente può dimenticare.

Il treno espresso della Freccia del Sud, così come tutti gli altri, attraversava e “caricava” persone da tutto lo stivale con fermate in tante cittadine della Calabria, Basilicata, Campania fino ad arrivare alle fermate in cui la gente iniziava a scendere prima della destinazione finale.

La fine del treno della Freccia del Sud è giunta nel 2010 dopo una lenta e progressiva riduzione delle fermate come quella di Agrigento e di accorpamenti e sostituzione varie con destinazione finale accorciata a Roma. Alcuni dei treni espressi con fermata finale a Roma sono stati poi soppressi e sostituiti dagli attuali intercity.

Una pagina di storia giunta all’epilogo finale per la sempre più diffusione degli aerei low-cost che hanno “cambiato” il modo di viaggiare. Non certo per un cambiamento della situazione economica del Meridione che a tratti è rimasta uguale se non peggio.

In questi anni, infatti, sono direttamente gli studenti a partire verso le Università del Nord. Certo almeno loro non partono per bisogno o per fame ma per inseguire sempre quel progresso, per soddisfare le proprie ambizioni o semplicemente per cercare altri lidi come fanno in tanti.

Un altro tema nel tema che merita una riflessione da parte di chi ci governa anche se è chiaro che nessuno (neanche il fatidico progresso) può fermare la voglia di andare via per esplorare il Mondo intorno a noi.

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